Facebook ha lanciato Novi, il suo nuovo portafoglio digitale per criptovalute e ha iongaggiato la società Coinbase per aiutare con la logistica. Coinbase ha dichiarato che conserverà le criptovalute che Facebook offrirà agli utenti che si iscriveranno alla versione di prova del portafoglio digitale e gestirà le transazioni crittografiche.
Novi: come funziona il portafoglio per criptovalute targato Facebook
Novi, nella sua fase pilota negli Stati Uniti e in Guatemala, consentirà alle persone di inviare e ricevere denaro all’estero istantaneamente, in modo sicuro e senza commissioni. Gli utenti Novi tratteranno il cosiddetto dollaro Paxos o Usdp, una stablecoin ancorata al dollaro Usa e che da circa tre anni offre garanzie di funzionamento e di tutela dei consumatori.
Novi: le riserve di Usdp interamente garantite dal dollaro
Facebook ha precisato che le riserve di USDP «sono completamente garantite dal dollaro USA e sono detenute al 100% in contanti ed equivalenti». Facebook ha dichiarato che intende migrare Novi su una propria moneta chiamata Diem una volta ricevuta l’approvazione normativa.
Le ultime vicende legate a Facebook
Le diecimila assunzioni
Da una parte l’annuncio di voler assumere diecimila persone nella sola Unione Europea, con l’obiettivo di sviluppare il metaverso. Dall’altro le possibili sanzioni dell’Ue e i whistle blower. Sono gli ultimi accadimenti intorno a Facebook. Per quanto riguarda le assunzioni, lo scopo è riuscire a sfruttare al massimo le potenzialità un ambiente virtuale, in cui si può giocare, studiare, comunicare e lavorare.
La multa proposta dalla Commissione
La Commissione irlandese per la protezione dei dati ha proposto una multa da 28 milioni a 36 milioni di euro per Facebook per aver violato il Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Ue. La notizia è stata diffusa dal sito di notizie Politico. La Commissione ha presentato una bozza alle autorità europee di protezione dei dati per consentire di varare un decisione che verrà votata dal Parlamento e adottata in maniera vincolante.
La whistleblower
A vuotare il sacco è stata Frances Haugen. Trentasettenne, ex product manager di Facebook, ha fornito al Wall Street Journal e alla Securities and Exchange Commission, circa un mese fa, i dossier interni che hanno messo sottosopra il colosso di Menlo Park. I motivi li ha spiegati durante un’intervista andata in onda domenica scorsa, all’interno del programma 60 Minute. A spingerla, la preoccupazione per politiche aziendali che hanno sempre preferito il profitto all’incolumità pubblica.