La lotta contro la pedopornografia online potrebbe subire una battuta d’arresto se dovessero andare in porto i nuovi piani di Facebook in tema di privacy. Il social network di Mark Zuckerberg, infatti, sta lavorando a una nuova forma di messaggistica crittografata su tutte le sue piattaforme.
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Come funziona la crittografia end-to-end di Facebook
Il mese scorso ha esteso l’opzione di utilizzare la crittografia end-to-end per le chiamate vocali e le videochiamate di Messenger, il che significa che nessun altro, incluso Facebook, può vedere o ascoltare ciò che viene inviato o detto. Questo, se da una parte migliora la tutela della privacy degli utenti e riduce il rischio di violazione dei dati personali, dall’altra potrebbe impedire il rilevamento di fino a 20 milioni di immagini di abusi sui minori ogni anno.
Gli effetti sulla lotta alla pedopornografia online
L’allarme arriva da Rob Jones, il direttore della leadership delle minacce presso la National Crime Agency secondo il quale l’obiettivo della società di social media di implementare la crittografia end-to-end impedirà agli agenti mettere in atto una forma di “intelligence incisiva” in grado di salvare i bambini abusati. Nel 2020, riportano i dati, l’industria tecnologica ha effettuato oltre 21 milioni di segnalazioni a livello globale di abusi sessuali su minori identificati sulle sue piattaforme al National Center for Missing and Exploited Children (NCMEC) degli Stati Uniti. Oltre 20 milioni di queste segnalazioni provenivano da Facebook. Il progetto per il futuro sarebbe quello di perfezionale una crittografia end-to-end in modo che sia in grado di tutelare la privacy e i dati personali degli utenti, ma nello stesso tempo eviti di aumentare il rischio che le piattaforme siano rifugio dei pedofili.