Che cosa farà Fabrizio Palenzona una volta ceduta Prelios, la società di gestione e servizi immobiliari nata dalle ceneri di Pirelli Re? A Torino se lo chiedono in molti. Il punto d’arrivo più probabile è la presidenza della Fondazione Cassa di Torino, in sostituzione di Giovanni Quaglia che dovrà abbandonare il suo incarico specialmente dopo la figuraccia rimediata nella battaglia per il controllo di Generali. Per Palenzona sarebbe un ritorno. In fondo, il “camionista” di Tortona da lì è partito per fare il suo ingresso ai piani alti del sistema finanziario. E in particolare aver contribuito alla nascita di Unicredit, dove fu costretto ad andarsene dall’ingrato Jean Pierre Mustier. Il suo curriculum, però, non si ferma qui. E passa attraverso le autostrade dei Benetton e quindi l’Aiscat (dove è stato costretto a dimettersi dall’includente presidente della Confindustria Carlo Bonomi) fino agli Aeroporti di Roma. Un ritorno a casa che prelude a un’altra conquista: la guida dell’Acri, regno finora incontrastato del grande vecchio della finanza bianca, Giuseppe Guzzetti. Scettro poi ceduto all’attuale presidente della torinese Compagnia di San Paolo Francesco Profumo, a sua volta destinato a passare la mano in coincidenza con la fine del mandato in corso Vittorio Emanuele nella primavera del 2024.

Per la successione di Profumo si fa il nome di Garibaldi
Anche qui è in corso un duro braccio di ferro. Di nomi, per la successione a Profumo, ne sono rincorsi parecchi, a partire da quello di Elsa Fornero, sua collega durante il governo Monti, che però anche per ragione anagrafiche è uscito quasi subito dalla rosa dei papabili, mentre assai più concreta sembrerebbe la candidatura del suo allievo Pietro Garibaldi. Ma sull’ex presidente del prestigioso Collegio San Carlo sarebbero nati dei dubbi legati al fatto che Garibaldi è stato nel consiglio di sorveglianza di Banca Intesa, avendo sostituito proprio la Fornero chiamata al governo. Allora chi potrebbe essere il sostituto di Profumo? Lo sapremo presto, cercandolo, magari, nella cerchia delle recenti nomine fatte dal presidente uscente.

Palenzona vorrebbe il posto in Cdp dello spento Gorno Tempini
Ma torniamo a Palenzona. Il banchiere, di cui raramente si ricorda il suo lungimirante inizio politico quando da sindaco di Tortona diede vita alla prima giunta anomala Dc-Pci, non è che stia sgomitando per diventare presidente di Crt. Anche perché dovrebbe navigare a vista tra Alberto Cirio (Lega) e Stefano Lo Russo (Pd) che finora non hanno battuto colpo. Il primo, governatore del Piemonte, è refrattario a giocare partite che conosce poco, mentre il sindaco di Torino non ha il carisma per svolgere il ruolo di pivot in situazioni cruciali che presuppongono capacità ai livelli più alti dell’establishment cittadino e nazionale. Poi Palenzona potendo scegliere preferirebbe la presidenza di Cdp, dove prenderebbe il posto dello spento Giovanni Gorno Tempini. E allora l’attuale presidente della Cassa, poco amato a Roma, sta cercando di capire che cosa accadrà alla Cariplo. Il cambio della guardia è imposto dalla non ricandidabilità di Giovanni Fosti e i giochi ormai sono entrati nel vivo. Sulla cassaforte lombarda di Ca de Sass domina ancora la figura di Guzzetti che l’ha guidata per oltre 18 anni. La sua voce, assai ascoltata, vorrebbe portare al vertice Massimo Tononi, unico vero suo discepolo e attuale presidente di Banco Bpm. Ma la strada è piena di incognite.

Gli intrecci tra Banco Bpm e Cariplo
Il Banco Bpm, guidato da Giuseppe Castagna, ha appena scelto il Credit Agricole Assicurances come partner nel ramo Danni e ha concesso alla società del gruppo francese un periodo di esclusiva. Lo scopo della trattativa è la definizione delle condizioni dell’acquisto da parte dell’Agricole Assurances di una partecipazione di maggioranza rispettivamente in Banco Bpm Assicurazioni e, subordinatamente al riacquisto da parte della Banca, di Vera Assicurazioni che, a sua volta, detiene il 100 per cento di Vera Protezione. Se le trattative andranno in porto, come tutto fa pensare, l’Agricole Italia, guidato da Giampiero Maioli, che è già il primo azionista di Banco Bpm con una partecipazione del 9,2 per cento, farà un importante salto di qualità nella bancassurance e rafforzerà ulteriormente la propria presenza nel sistema bancario italiano. Questa esclusiva facilita anche il fatto che la lista dei prossimi consiglieri Bpm sia sostenuta dai francesi e nello stesso tempo ostacola la permanenza di Tononi, visto che i francesi non lo amano. Ma la presidenza di Bpm è strategica, in vista delle prossime aggregazioni (Mps o Bper). Trovare un candidato di livello, apprezzato dalle fondazioni e dai transalpini, non è facile visto l’attuale debolezza del consiglio. Se, invece, Tononi vincesse il braccio di ferro, fatto altamente improbabile, Gorno Tempini avrà via libera per Cariplo.