John Elkann fa l’indiano. Al posto di Ajay Banga, nominato alla guida della Banca mondiale, il consiglio di amministrazione di Exor proporrà all’assemblea generale la nomina di Nitin Nohria alla carica di presidente e consigliere senior non esecutivo. Come nuovi consiglieri esecutivi saranno proposti inoltre Sandra Dembeck e Tiberto Ruy Brandolini D’Adda.

Nohria, classe 1962, è stato preside della Harvard Business School. Coautore di 16 libri e oltre 100 articoli, è stato direttore non esecutivo di Tata Sons. Ricopre inoltre il ruolo di presidente esecutivo di Thrive Capital, società di venture capital di New York, e siede nel consiglio di amministrazione di Anheuser-Busch InBev, Bridgespan, Rakuten Medical e del Brigham del Massachusetts. Prima di entrare alla Harvard Business school, Nohria ha conseguito il Ph.D. (1988) alla Scuola di management dell’Istituto di tecnologia Massachusetts e un B. Tech (1984) in ingegneria chimica dall’Istituto indiano di tecnologia di Bombay. L’ultimo scossone in casa Exor era arrivato dopo le dimissioni di Andrea Agnelli sia dalla holding di famiglia sia da Stellantis, in seguito al noto scandalo giudiziario che ha portato 15 punti di penalizzazione alla Juventus e che è lontano dall’essere concluso. «La Juve nega ogni illecito», ha scritto proprio Elkann in una lettera agli azionisti.

Exor ha chiuso il 2022 con un utile consolidato di 4,2 miliardi
Exor ha chiuso il 2022 con un utile consolidato di 4,2 miliardi di euro rispetto a 1,7 miliardi di euro del 2021. Per la prima volta al 31 dicembre 2022 la posizione finanziaria è positiva per 0,8 miliardi (+4,7 miliardi rispetto alla posizione negativa per 3,9 miliardi di fine 2021). L’incremento netto di 2,5 miliardi di euro dell’utile è principalmente riconducibile alla plusvalenza netta realizzata dalla cessione di PartnerRe (2,4 miliardi). La proposta di dividendo ordinario è di 100 milioni, pari a 0,44 euro per azione (0,43 nel 2022). Il Nav (valore degli asset della società) a fine anno è pari a 28,2 miliardi di euro (era 31 miliardi al 31 dicembre 2021). Il Nav per azione però è diminuito del 7,6 per cento, ma – come sottolinea Exor – ha sovraperformato l’indice Msci World di 6,6 punti percentuali, soprattutto per effetto della performance di mercato delle società quotate e della posizione finanziaria. Al 31 dicembre 2022 il patrimonio netto consolidato di Exor attribuibile ai soci della controllante ammonta a 20,6 miliardi con un incremento netto di 3,86 miliardi, rispetto a 16,759 miliardi al 31 dicembre 2021.
Quest’anno arriva Lingotto, società con circa 2,5 miliardi di asset
Le novità però non sono finite. Nel corso dell’anno, sotto la guida di Enrico Vellano, prenderà vita Lingotto, società di gestione patrimoniale alternativa interamente controllata da Exor, con circa 2,5 miliardi di euro di asset. Lo ha annunciato John Elkann in una lettera agli azionisti. «Siamo consapevoli del significato di Lingotto, e ci auguriamo che la scelta di questo nome storico sia di buon auspicio per la nostra società di gestione patrimoniale», ha detto l’ad Exor. «Lo stesso magnifico edificio, elogiato dall’architetto di fama mondiale Le Corbusier, è diventato un simbolo di rinnovamento negli ultimi decenni: vogliamo dunque al più presto condividere con voi la sua bellissima storia e il suo futuro».