Il tracollo di Evergrande, il più grande gruppo immobiliare cinese sull’orlo del fallimento, potrebbe diventare la nuova Lehman Brothers della Cina. E’ una prospettiva cupa quella che circonda il gruppo di sviluppo immobiliare più indebitato di Cina, le cui difficoltà fanno temere un effetto domino nella finanza cinese con conseguenze che già si vedono sui mercati azionari in tutto il mondo.
Evergrande come Lehman Brothers
A fare il paragone tra Evergrande e Lehman Brothers, la banca il cui fallimento fu il simbolico innesco della crisi del 2008-2009 è il giornale economico cinese Caixin. Il periodico ricorda come da due mesi i piccoli investitori siano in allerta per il timore di perdere i propri risparmi.
Secondo quanto oggi riferisce il Financial Times, Evergrande ha ammesso di aver utilizzato miliardi di euro raccolti attraverso prodotti finanziari venduti agli investitori retail per finanziare i propri debiti e per ripagare gli investitori più importanti.
Evergrande ha sempre fatto largo uso di questi prodotti, incitando gli acquirenti di case a sottoscriverli. I manager spingevano i loro subotfinati a investire e talvolta i fornitori ricevevano questi titoli al posto die pagamenti cash.
Evergrande e l’abuso dei prodotti retail
Secondo il FT questi prodotti, troppo sofisticati per i normali investitori retail, sono stati acquistati da 80mila persone e ammontano a qualcosa come 40 miliardi di yuan (5,3 miliardi di euro). Ora che il gruppo è sull’orlo del default, con una «tremenda pressione» sul fronte della liquidità, , questi investitori tremano.
A poco servono le rassicurazioni del nmero uno del gruppo Hui Ka Yan, il quale in un messaggio ai dipendenti in cui li ha invitati a essere certi che l’azienda «supererà il suo momento più buio».
Il rischio default
D’altronde, parliamo di una compagnia a concreto rischio default, segnalato anche dai declassamenti del credito da parte delle agenzie di rating, che ha un indebitamento attorno a 2mila miliardi di yuan (262,6 miliardi di euro).
In un comunicato alla Borsa di Hong Kong, Evergrande la scorsa settimana ha ammesso di avere serie difficoltà nelle vendite di immobili. Le vendite sono scese da 71,6 miliardi di yuan (9,4 miliardi di euro) di giugno a 38,1 miliardi di yuan (5 miliardi di euro) di agosto.
Non solo: la compagnia ha dichiarato di attendersi anche per settembre un «significativo proseguimento nel calo dei contratti di vendita, con un conseguente continuo deterioramento della raccolta di liquidità del gruppo che porrà sotto grave pressione il cash-flow e la liquidità».
La bancarotta sarebbe uno tsunami finanziario
Una bancarotta di Evergrande – secondo Caixin – sarebbe «uno tsunami finanziario» che secondo gli analisti interpellati dal giornale cinese creerebbe «la Lehman Broghers cinese». Parliamo di un gruppo che occupa 200mila persone, le cui passività equivalgono al 2 per cento del Pil cinese. Ha 800 grandi progetti in costruzione, metà dei quali al momento sono bloccati dalla mancanza di liquidità. Migliaia di compagnie tra fornitori e clienti dipendono di fatto da Evergrande, quindi a rischio sono ogni anno poco meno di 4 milioni di posti di lavoro.