Il peggio sembra alle spalle. Dopo un anno di chiusura, a causa della pandemia, la Cina ha riaperto il versante settentrionale del Monte Everest. La scalata, però, sarà un privilegio riservato a poche decine di alpinisti. Gli escursionisti, infatti, saranno testati per il coronavirus e dovranno mantenere le distanze, anche mentre salgono sulla vetta più alta del mondo.
Mascherine, termometri e disinfettanti
Non finisce qui, perché le 38 persone a cui sono stati rilasciati i permessi cinesi per raggiungere la cima, nota come Qomolongma in tibetano, devono provenire da regioni del gigante asiatico a basso rischio di infezione. Saranno tenute, inoltre, a mostrare un certificato di buona salute prima di cominciare a cimentarsi nella suggestiva avventura. Una vera e propria sfida nella sfida, a cui si aggiungono controlli della temperatura, l’utilizzo di ossigeno in bottiglia e il distanziamento di quattro metri dagli altri alpinisti. Per agevolarli, verranno forniti loro maschere, termometri e disinfettante.
Le limitazioni consentiranno anche di tutelare l’ambiente, già liberato di sei tonnellate di spazzatura durante la sospensione delle scalate causata dal Covid.