La Banca Centrale Europea ha annunciato un rallentamento degli acquisti di titoli di stato. Il programma PePP, varato per far fronte all’emergenza economica causata dalla pandemia, rimane confermato a quota 1.850 miliardi di euro fino a marzo 2022, ma è stato modulato per incentivare la ripresa dell’attività economica.
L’Europa cresce a ritmo sostenuto
Le notizie, in effetti, sono abbastanza buone. Il Vecchio Continente potrebbe crescere più del previsto e arrivare a un incremento del pil del 5 per cento quest’anno, del 4,6 per cento il prossimo e del 2,1 per cento nel 2023. Ovviamente, non siamo ancora ai livelli pre-crisi. Come ha ricordato Christine Lagarde, infatti, all’appello mancano circa due milioni di posti di lavoro che dovranno essere recuperati per poter parlare di “ripresa”.
L’inflazione cresce (ma non troppo)
Da statuto, il ruolo della Banca Centrale Europea è quello di controllare l’inflazione dell’euro e di mantenerlo intorno al 2 per cento. Dopo la ripresa, forte, che c’è stata negli scorsi mesi, insieme alla carenza di materie prime, si è assistito a un rapido incremento dei prezzi. Per quest’anno l’attesa è di un aumento medio del 2,2 per cento. Per gli anni a venire invece si attende un +1,7 per cento e +1,5 per cento rispettivamente per il 2022 e il 2023.
Le altre misure di politica monetaria
Confermate invece le altre misure. I tassi d’interesse rimangono a zero così come restano negativi (-0,5 per cento) quelli sui depositi. Infine, a dicembre sarà realizzata un’ulteriore (e probabilmente ultima) asta di Tltro, ovvero iniezioni di liquidità nel sistema bancario per supportare le imprese. Christine Lagarde ha anche ricordato l’importanza delle politiche di sostegno da parte dei Paesi, anche se ha sottolineato come questi interventi non debbano più essere rivolti «all’intera economia come nella prima fase della pandemia, ma deve essere più mirato, chirurgico e legato alle riforme strutturali». Infine, uno sguardo ai Paesi del Sud Europa: «Speriamo che possano essere in una situazione molto migliore per rispondere al danno subito grazie ai fondi erogati dall’Europa».