Top&Flop

Matteo Innocenti
12/07/2021

L'Italia, dal disastro della mancata qualificazione a Russia 2018 al tetto d'Europa. Ma anche la Danimarca e l'Ungheria, capaci di percorsi egualmente entusiasmanti. Dall'altro lato della medaglia Francia, Paesi Bassi e Turchia. Soprese e delusioni di Euro 2020.

Top&Flop

Tutto vero, come titolò la Gazzetta all’indomani della finale di Berlino. L’Italia è campione d’Europa per la seconda volta nella sua storia: 53 anni dopo la magica notte di Roma, la coppa torna nella capitale. Decisivi in casa degli inglesi, maestri storicamente incapaci di superare gli allievi, i calci di rigore. Agli avversari va sicuramente dato l’onore delle armi, come ha riconosciuto lo stesso commissario tecnico Roberto Mancini al termine della gara, ma per fortuna il football, per questa volta ha deciso di non tornare a casa. Un mese di partite, comunque, ha lasciato il segno, consegnando – come avviene sempre – sorprese e delusioni in egual misura. Ecco quali sono secondo Tag43.

Euro 2020, i top del torneo

Italia, dall’inferno al paradiso in tre anni

L’Italia, intesa come nazione, davvero bisogno di questa Italia, intesa come nazionale. Maiuscola, esattamente come le prestazioni offerte fin dall’esordio dai ragazzi di Mancini, capaci di farci innamorare di nuovo della maglia azzurra dopo la disfatta della mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018. Ripartito dalle macerie lasciate da Ventura, il ct ha ricostruito un’identità attraverso il gioco: tanto possesso, triangoli stretti e imbucate veloci, palla a terra e testa alta. Nessuna stella, tutti protagonisti. La forza del gruppo si è vista soprattutto in occasione del brutto infortunio a Spinazzola, fino a quel momento il più in palla di tutti.

Prima di Euro 2020 l’entusiasmo era tanto, ma durante il torneo l’Italia ha letteralmente stupito addetti ai lavori e appassionati. Donnarumma incantatore di rigoristi, Bonucci-Chiellini muraglia azzurra, Jorginho metronomo a centrocampo, Chiesa indemoniato e Insigne anche detto o tir a gir. Sugli scudi ci sono loro, alfieri di una squadra da sogno. Nota statistica, durante il torneo, l’Italia ha superato il record assoluto di gare consecutive senza sconfitte, precedentemente stabilito dagli Azzurri di Pozzo campioni del mondo nel 1934 e nel 1938.

Danimarca, a un passo dal sogno

Nel momento in cui Christian Eriksen si è accasciato al suolo, abbiamo fatto tutti il tifo per lui. A miracolo compiuto, grazie all’intervento tempestivo di Kjaer e alla bravura dei medici, non ci sarebbe dispiaciuto vedere un altro miracolo sportivo: una nuova vittoria danese dopo la favola del 1992. Praticamente uscita dal campo contro la Finlandia, la Danimarca si è arresa al Belgio, per poi travolgere la Russia. Superato il girone da seconda, con soli 3 punti ma con differenza reti favorevole, i danesi ne hanno rifilati quattro al Galles negli ottavi, poi nei quarti hanno avuto la meglio sulla Repubblica Ceca. Dolberg ritrovato, il talento di Damsgaard liberato, Mæhle scatenato sulla fascia. Poi il rigore generoso assegnato all’Inghilterra e il sipario calato tra gli applausi.

Ungheria, rivelazione nel girone di ferro

Inserita nel terribile Gruppo F con Francia, Germania e Portogallo, l’Ungheria di Marco Rossi era considerata da tutti la più classica delle squadre materasso, a cui le altre tre avrebbero dovuto segnare più gol possibili per avvantaggiarsi nella differenza reti. È andata diversamente. Nel primo match il Portogallo ha bucato il fortino magiaro solo all’84esimo minuto, dilagando con un 3-0 decisamente bugiardo. Spinta dai 60mila della Puskás Aréna, l’Ungheria ha costretto al pareggio la Francia, che è riuscita a segnare solo grazie a una disattenzione in seguito a un rinvio di Lloris. Nella terza gara del girone contro la Germania, in quello che era incredibilmente diventato uno scontro diretto, in trasferta, gli ungheresi hanno sfiorato a lungo la qualificazione, prima del pareggio di Goretzka. Ben lontana dalla Squadra d’oro degli Anni 50, ma sicuramente con un cuore così.

 

Euro 2020, i flop del torneo

Francia, favoriti con le valige

Data per favorita alla vigilia, all’esordio la Francia sembrava poter mantenere le attese: 1-0 alla Germania, dominata nel gioco più che nel risultato. Poi, però, i Galletti sono andati in tilt sulla difesa e il contropiede dell’Ungheria. Con il Portogallo, quindi, un pari per 2-2 dentro a un match grandi firme, tra i più belli di Euro 2020. I cinque punti hanno portato in dote il primato nel Gruppo F e nascosto una verità inconfutabile: una sola vittoria, grazie peraltro all’autogol di Hummels. La Svizzera, superata in scioltezza nel girone dall’Italia, agli ottavi ha mostrato tutte le difficoltà dei transalpini. Il 3-3 pirotecnico dei tempi regolamentari, con tanto di balletto di Pogba, è stato il preludio ai rigori, dove gli elvetici si sono rivelati clamorosamente più precisi. Sommer is magic, ma per la Francia un po’ meno.

Paesi Bassi, sciolti alla prima neve

Non la squadra più affidabile di questo mondo, i Paesi Bassi, d’altronde, avevano fallito le qualificazioni a Russia 2018 e al precedente Campionato Europeo. Ma una Nazionale interessante, ricca – come spesso le è capitato – di talento. I risultati del Gruppo C, poi, avevano fatto crescere le attese nei confronti degli Oranje di de Boer: 3-2 all’Ucraina, 2-0 all’Austria, 3-0 alla Macedonia del Nord. Tre vittorie su tre, come solo il Belgio e l’Italia. Finiti dalla parte debole del tabellone, gli olandesi hanno visto improvvisamente impennare le loro quotazioni. Ma poi si sono sciolti come neve al sole al primo vero ostacolo, la Repubblica Ceca che li ha regolati con un 2-0 negli ottavi.

Turchia, profondo rosso

Nessuno chiedeva alla Turchia di arrivare fino in fondo o di regalare chissà quale spettacolo. Ma era sicuramente lecito aspettarsi qualcosa in più rispetto a tre sconfitte in altrettante gare nel girone. Nessuno ha fatto peggio: annichiliti dall’Italia (3-0) all’esordio, dominati dal Galles (2-0), superati senza affanni dalla Svizzera (3-1). Otto reti subite e appena una realizzata, quando nell’ultima partita gli elvetici erano già in vantaggio 2-0. Sconcertanti le prestazioni dei suoi protagonisti più attesi, come Burak Yilmaz, Cengiz Ünder e soprattutto Hakan Calhanoglu, tutti non pervenuti.