L’Italia ha perso la freccia Spinazzola, ma ha vinto la battaglia contro il Belgio primo nel ranking Fifa, accedendo alla semifinale di Euro 2020. Adesso un altro ostacolo duro da affrontare, ma meno proibitivo di quanto sarebbe stato qualche anno fa: la Spagna. Gli iberici per la prima volta in una grande competizione internazionale non schierano nemmeno un giocatore del Real Madrid. Dominante nel recente passato, oggi la Spagna attraversa una fase di ricostruzione. L’appuntamento è a Wembley, martedì 6 luglio, ore 21, mentre a guidare le Furie Rosse c’è l’ex tecnico della Roma Luis Enrique.
Spagna, le stelle sono Busquets, Koke e Morata
Nessun giocatore del Real Madrid, appena tre del Barcellona (Sergio Busquets, Jordi Alba e Pedri, entrato nel giro della nazionale a marzo), due dell’Atletico Madrid (Koke e Marcos Llorente). La Spagna del 2021 è una squadra senza stelle assolute, a differenza delle all-star ammirate fino a poco tempo fa. Perno del centrocampo rimane il capitano Busquets, affiancato da Koke mentre Thiago Alcantara trova poco spazio in questa formazione. Davanti il punto fermo inamovibile è Alvaro Morata, criticato in patria per i numerosi errori, ma sempre difeso dal commissario tecnico Luis Enrique. Quest’ultimo ha scelto di convocare 24 giocatori, invece di 26, lasciando a casa, tra gli altri, Sergio Ramos. Tre dei giocatori più interessanti sono del Manchester City di Guardiola: il polivalente Ferran Torres, il centrocampista Rodri e il difensore Aymeric Laporte, nato in Francia, ma con ascendenza basche, che ha ottenuto la cittadinanza spagnola il 12 maggio, giusto in tempo per essere convocato dal ct.
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— Selección Española de Fútbol (@SeFutbol) July 5, 2021
Spagna, un percorso tra luci e ombre
Due pareggi contro Svezia e Polonia, con tante occasioni create ma non concretizzate, poi la valanga di gol contro la Slovacchia, una “manita” rifilata anche agli ottavi alla Croazia. Contro i vicecampioni del mondo, però, sono serviti i supplementari, dopo il 3-3 nei 90 minuti, mentre nei quarti con la sorprendente Svizzera addirittura i rigori. La Spagna imprevedibile di questo Europeo si era qualificata vincendo in scioltezza il Gruppo F (dove c’era la Svezia, ritrovata nella fase finale): 8 vittorie e 2 pareggi, 31 reti fatte e solo 5 subite.
I precedenti tra Italia e Spagna
Italia–Spagna è un classico del calcio europeo. Le due nazionali si sono affrontate in totale 37 volte, con un bilancio in perfetta parità: 11 vittorie per parte, 15 pareggi, differenza reti leggermente a nostro favore (43 contro 40). Italia e Spagna si affronteranno a Wembley per il quarto Campionato Europeo di fila, per un totale di cinque sfide complessive. Nel 2008 la Spagna, all’inizio del suo ciclo, superò ai rigori gli Azzurri nei quarti, poi nel 2012 il doppio confronto, in testa e coda alla manifestazione. Finì 1-1 all’esordio nel girone, 4-0 senza storia nella finale di Kiev.
Nel 2016 parziale rivincita azzurra, 2-0 per l’Italia operaia guidata da Antonio Conte negli ottavi, con reti firmate da Chiellini e Pellé. L’ultimo confronto in assoluto con le Furie Rosse evoca brutti ricordi per l’Italia, travolta 3 a 0 al Bernabeu il 2 settembre 2017 nelle qualificazioni ai Mondiali in Russia: la sconfitta condannò di fatto gli Azzurri di Ventura al secondo posto nel girone e dunque allo spareggio contro la Svezia, poi fatale. Un confronto invece da ricordare è quello ai quarti di Usa 94, un 2-1 targato Baggio (Dino e Roberto), in una partita passata alla storia per la gomitata di Tassotti a Luis Enrique. Il colpo (da calcio di rigore) non fu visto dall’arbitro, ma con la prova tv, costò otto giornate di squalifica al difensore.
Italia-Spagna, l’arbitro del match
Sarà il tedesco Felix Brych l’arbitro della semifinale tra Italia e Spagna in programma martedì 6 luglio a Wembley: ha già diretto questa sfida nell’ottobre del 2016, risultato 1-1 nelle sfortunate, per gli Azzurri, qualificazioni ai mondiali di Russia. Cinque in tutto io precedenti di Brych con l’Italia: 3 vittorie e 2 pareggi. A coadiuvarlo i connazionali Borsch e Lupp come assistenti di linea, quarto uomo il russo Karasev. Al var un altro tedesco, Marco Fritz.
Spagna, la sfida eterna tra Barcellona e Real Madrid
Il Campeonato Nacional de Liga de Primera División, più semplicemente LaLiga, viene disputato dal 1928. Da sempre considerato uno dei più prestigiosi d’Europa, è al secondo posto del ranking Uefa, dopo la Premier League inglese. Il torneo è stato vinto 34 volte dal Real Madrid, 26 dal Barcellona e 11 dall’Atletico Madrid campione in carica. I colchoneros di Diego Simeone sono l’unica squadra capace di spezzare dal 2004 il duopolio Real-Barça e avevano vinto l’ultimo titolo sette stagioni fa. Il campionato spagnolo, nella sua storia, è stato appannaggio in tutto di nove club: il periodo più lungo senza una vittoria delle due superpotenze risale al quadriennio a tinte basche 1980-84, che vide trionfare per due volte di fila prima la Real Sociedad e poi l’Athletic Bilbao. Il capocannoniere dell’ultima edizione della Liga è stato Lionel Messi, che ha realizzato 30 reti. Un bel bottino, ma inferiore all’annata 2011/12, quando ne mise a segno 50. Record assoluto, come quello dei gol in totale nel campionato spagnolo, 474.
Spagna, i record della nazionale
L’esordio internazionale della Spagna avvenne 28 agosto 1920, vittoria per 1 a 0 contro la Danimarca alle Olimpiadi di Bruxelles. All’edizione del 1928 dei Giochi, ad Amsterdam risale, invece, la peggior sconfitta nella storia delle Furie Rosse, un 7-1 rifilato proprio dall’Italia. La Spagna ha in bacheca una Coppa del Mondo (2010) e tre vittorie agli Europei (1964, 2008, 2012), primato quest’ultimo condiviso con la Germania. Per quanto riguarda le presenze con La Roja, il primatista è Sergio Ramos con 180 apparizioni. Nella Spagna molto giovane che affronta l’Italia, il calciatore con più partite giocate in Nazionale è Sergio Busquets, veterano da 126 presenze. Il bomber all-time delle Furie Rosse è uno dei protagonisti del ciclo vincente 2008-2012: David Villa, 59 reti in 98 incontri, 15 in più di Raul, 21 in più di Fernando Torres.
Spagna, gli inventori del tiki-taka
Undici partecipazioni agli Europei, 15 ai Mondiali: a parte un periodo buio corrispondente pressappoco agli Anni 70, la Spagna c’è sempre stata. Ma raramente da protagonista, eccezion fatta per Euro 64 che la vide vittoriosa, guidata da Luis Suarez in campo e da José Villalonga in panchina. Per diventare una potenza del calcio internazionale, la Spagna ha dovuto “aspettare” i talenti nati negli Anni 80: Iker Casillas, Sergio Ramos, Gerard Piqué, Xavi, Andres Iniesta, Xabi Alonso, Cesc Fabregas, David Silva, Fernando Torres, David Villa (più il “fuoriquota” Carles Puyol), plasmati prima da Luis Aragones e poi da Vicente del Bosque. Con la vittoria a Euro 2008 si è aperto un ciclo durato quattro anni, corrispondente tra l’altro alla permanenza di Pep Guardiola sulla panchina del Barcellona. In quella fase la Spagna era praticamente imbattibile, grazie a un sistema di gioco basato su passaggi rasoterra brevi e continui: il tiki-taka.