Ci siamo quasi. Euro 2020 è finalmente alle porte. Domani sera, con il match fra Italia e Turchia allo Stadio Olimpico di Roma, avrà inizio la sedicesima edizione del torneo continentale per nazioni. La domanda che affligge appassionati ed esperti è una sola: chi alzerà il trofeo il prossimo 11 luglio sotto il cielo di Wembley? Ci sarà la riconferma del Portogallo, oppure la Francia bisserà il trionfo mondiale del 2018? Assisteremo, invece, a un exploit simile a quello della Grecia nel 2004?
I pronostici di Euro 2020 nascosti nella storia del torneo
Secondo Bbc Sport, per trovare la risposta è sufficiente guardare la storia del torneo. In un articolo pubblicato sul sito britannico, si ricorda come eliminazioni e successi seguano uno schema ben definito in ogni edizione, somministrando gioie e dolori secondo regole non scritte, ma chiare. Ecco quali.
1- Passare dai playoff porta sfortuna
Dimenticate le vittorie in Champions League del Milan passato dai preliminari. Secondo Bbc Sport, in nazionale non funziona così. Da quando i play-off sono stati introdotti nel percorso di qualificazione per Inghilterra ’96, nessuna squadra che ha raggiunto la fase finale con questo metodo è riuscita a portare a casa il trofeo. Detto ciò, si infrangono prima di nascere, i sogni di quattro squadre, fra cui la piccola Scozia che è pronta a partecipare alla prima fase finale di un torneo importante da Francia ’98. Assieme a lei, per lo stesso principio, destinate a cadere Ungheria, Macedonia del Nord e Slovacchia.
2- Per alzare la coppa bisogna vincere il proprio girone di qualificazione
Molto spesso, alcuni tifosi tendono a snobbare i gironi di qualificazione a un campionato europeo o mondiale, tacciando le partite di scarsa qualità e poco pathos. Peccato, perché secondo l’analisi di Bbc Sport la vittoria del torneo passa proprio dal successo nel proprio girone di qualificazione. Nonostante dal 1996 infatti abbiano avuto accesso alle fasi finali degli Europei anche le seconde classificate, soltanto quelle che si erano piazzate al primo posto hanno poi avuto una chance di conquistare la coppa. Ecco che allora il lotto degli aspiranti campioni si assottiglia ulteriormente, perdendo pedine importanti. Salutano i detentori del Portogallo, ma anche l’Olanda e la Danimarca, vincitrici nel 1988 e nel 1992. Assieme a loro valige pronte per Austria, Repubblica Ceca, Finlandia, Russia, Svezia, Turchia e Galles.
3- Mai ospitare la competizione, è presagio nefasto
Arrivano i dolori per i nostri Azzurri. Nei 10 tornei organizzati dal 1980, solo una nazione ha vinto il trofeo in casa: la Francia di Michel Platini nell’84. Con il torneo quest’anno diffuso per tutto il continente, ecco che altre nazioni sono costrette a tornare a casa a mani vuote. Arrivederci quattro colossi: l’Italia, che ospita il torneo a Roma, gli inglesi, colpevoli di aver accettato di far giocare partite a Wembley, oltre ai plurivincitori della Germania e della Spagna.
4- La finale è questione di palmares
La strada verso la finale dunque è una sola: aver già partecipato ad altre finali europee. Cinque degli ultimi sei vincitori degli Europei sono infatti apparsi in una finale precedente. Ecco allora che, nella già assottigliata lista giunta fin qui, cadono anche Svizzera, Ucraina, Croazia (a nulla è servito loro partecipare all’ultima finale dei mondiali) e Polonia. Insomma, per i sondaggi inglesi non c’è speranza per un underdog di sollevare il trofeo. A conti fatti, la finale è servita e vede affrontarsi i favoritissimi della Francia e il Belgio di Lukaku e Mertens. Chi la spunterà?
5- Per vincere ci vuole una squadra da Champions
Si sa, per vincere le partite occorrono spirito di sacrificio, fortuna, ma anche tanta classe. La qualità si definisce tramite i giocatori, in questo caso, da Champions League. Gli ultimi vincitori dei tornei continentali sono stati coloro che hanno fornito più calciatori alla Champions League. Non si parla però dei 26 presenti nella lista degli Europei, ma di un cerchio più ampio, composto da giocatori di quella nazionalità che hanno calcato i migliori campi d’Europa.
Nel 2016 il Portogallo di Cristiano Ronaldo vantava 27 titolari in Champions, mentre la Francia vincitrice degli ultimi mondiali aveva fornito ben 49 giocatori alle squadre di club. La banca dati di Gracenote ha fornito la sua classifica, che vede per la Champions League 2020-21 in testa proprio la Francia con 63 titolari, seguita dal Brasile con 58, dalla Spagna con 51, dalla Germania con 38 e dall’Ucraina con 32. Il Belgio si è classificato 12°, con soli 18 calciatori nelle squadre di Champions. Il risultato è servito: la Francia sarà campione d’Europa. Ma per fortuna c’è anche il campo.