Un’altra vittima tra le montagne, un’altra vita strappata tra le altezze tanto affascinanti quanto insidiose. Stavolta la tragedia si è consumata in montagna, a Vicenza. Si tratta di un ragazzo di 26 anni, Andrea Callegaro, agente della polizia locale del consorzio Nevi, che aveva scelto di fare una passeggiata tra le vette delle Piccole Dolomiti insieme alla fidanzata. Non si conoscono ancora le esatte dinamiche, ma i due giovani sono improvvisamente scivolati nei pressi del Rifugio “Cesare Battisti” alla Gazza, che si trova a un’altitudine di circa 1.300 metri.
Escursionista morto in provincia di Vicenza
Ad avere la peggio è stato il ragazzo, che ha trovato la morte a causa del violento impatto dopo essere caduto per 100 metri nel canalone Vajo dell’Acqua. All’arrivo dei soccorsi, le condizioni del giovane sono apparse da subito gravissime. Nonostante i tentativi di rianimazione operati dal medico e dall’infermiere giunti sul posto, per il ragazzo non c’è stato nulla da fare. La fidanzata è stata recuperata dall’eliambulanza con un verricello e trasportata all’ospedale più vicino, San Bortolo di Vicenza, dove si trova ricoverata in gravi condizioni. A dare l’allarme sono state due persone nelle vicinanze, richiamate dalle urla della coppia.
I dati del soccorso alpino
La tragica notizia arriva poche ore dopo dalla diffusione dei dati 2022 sugli interventi del soccorso alpino, dove si legge che «nel corso dello scorso anno il Soccorso Alpino e Speleologico è intervenuto per 10367 missioni di soccorso con un incremento del 9,8 per cento rispetto al 2021». Rispetto all’organico complessivo del Soccorso Alpino e Speleologico, costantemente superiore ai 7.000 tecnici negli ultimi anni, nel 2022 sono state impegnate in operazione di soccorso oltre 185 mila ore/uomo suddivise in 31.262 giornate/uomo.
Il dato più significativo è, dunque, quello dei 41.057 tecnici impegnati nelle varie missioni di soccorso, volontari che garantiscono un’attività operativa 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Importante, in questo contesto, anche l’impegno delle unità cinofile del CNSAS chiamate ad operare 263 volte in eventi valanghivi e ricerca persone disperse. Il soccorso è intervenuto in situazioni come la caduta/scivolata (45,9 per cento degli interventi), l’incapacità durante l’attività svolta (26,3 per cento) e il malore (13,7 per cento). Seguono con valori decisamente più contenuti il maltempo (3,7 per cento) e lo shock anafilattico (0,80 per cento).