Anche Ericsson, colosso svedese delle telecomunicazioni, licenzierà un discreto numero di dipendenti in ogni parte del mondo. Si parla di 8.500 lavoratori dalle varie sedi, che saranno mandati a casa per tentare di portare a termine un piano di taglio dei costi non indifferenti. Secondo Reuters, che ha rivelato la notizia, il taglio corrisponde all’8 per cento del comparto totale. Ericsson attualmente vanta 105 mila dipendenti in ogni parte del pianeta. Già lunedì era arrivato l’annuncio dell’intenzione di tagliare 1.400 posti nella sola Svezia. Si tratta dell’ennesimo colosso pronto a licenziare, dopo i tagli del personale operati da molte grandi aziende nel settore tecnologico o dei social media.
Ericsson in Italia ha 3 mila dipendenti
Ericsson ha sede anche in Italia. Qui sono 3 mila i dipendenti attivi, ma l’azienda, contattata da Repubblica, non ha aggiunto alcuna news a quanto già pubblicato da Reuters. Il taglio riguarderà tutti ma «il modo in cui verranno gestite le riduzioni dell’organico varierà a seconda delle pratiche locali del Paese. In diversi Paesi le riduzioni del personale sono già state comunicate questa settimana». A spiegarlo è stato l’amministratore delegato del colosso svedese, Borje Ekholm. Fino ad oggi, i licenziamenti non avevano mai interessato una compagnia di telecomunicazioni.

Basf taglia 2.600 posti
Un’altra multinazionale, intanto, è pronta a licenziare il 2 per cento della propria forza lavoro. Si tratta della Basf, l’azienda chimica tedesca che, secondo Bloomberg, taglierà 2.600 posti. Il problema, in questo caso, è stata la bolletta del gas. Basf ha pagato 2,2 miliardi di euro in più nel 2022 rispetto al 2021, nonostante un consumo diminuito del 35 per cento. Per Bloomberg la società ha «anche interrotto anticipatamente il suo programma da 3,2 miliardi di dollari di riacquisto di azioni». L’ad di Basf, Martin Brudermuller, ha dichiarato che la competitività europea è «sempre più penalizzata da una eccessiva regolamentazione, processi di autorizzazione lenti e burocratici e, in particolare, costi elevati per la maggior parte della produzione».
