Prosegue il ciclo di documentari dedicato ai casi più efferati di cronaca nera. Sabato 11 dicembre 2021, a partire dalle 21.25, la prima serata di Nove propone Erba – Storia di un massacro, speciale dedicato alla strage che, l’11 dicembre 2006, a Erba, ha visto la morte di 4 persone e la condanna all’ergastolo dei coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano come fautori del massacro.
Erba – Storia di un massacro: le cose da sapere sul documentario in onda stasera su Nove alle 21.25
Erba – Storia di un massacro: la ricostruzione della strage
L’11 dicembre del 2006, Erba, piccolo comune della provincia di Como, diventava teatro di una strage. Attorno alle 20, ambulanze e vigili del fuoco si fermavano lungo via Diaz, al civico 25, davanti a un appartamento in fiamme. A chiamare i soccorsi due vicini di casa che, alla vista del fumo, avevano tentato in ogni modo di raggiungere l’abitazione. Ma, arrivati sul posto per domare il rogo, i pompieri si erano ritrovati davanti a una scena raccapricciante. Sul pavimento giacevano quattro cadaveri, sangue ovunque e un uomo, ancora vivo, all’ingresso. Il sopravvissuto era Mario Frigerio, inquilino del piano superiore, mentre le vittime erano la 30enne Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, di appena 2 anni, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, moglie di Frigerio. Che, trasportato immediatamente in ospedale, è riuscito a farla franca grazie a una malformazione alla carotide che gli ha evitato il dissanguamento.
Una condanna definitiva per un atroce delitto. 🩸
Oggi nuove evidenze aprirebbero altre piste.
A 15 anni dalla terribile strage, NOVE presenta #Erba – Storia di un massacro – sabato alle 21:25 sul #NOVE. pic.twitter.com/FhH6AV2rOL— NOVE (@nove) December 7, 2021
Erba – Storia di un massacro: le indagini
Avviate immediatamente le immagini, il caso venne ribattezzato dai giornalisti come la strage di Erba. Dai primi rilievi effettuati sulla scena del crimine dai Ris di Parma, emerse che Frigerio, Castagna, il bambino, Galli e Cherubini erano stati aggrediti con violenza con sprangate e colpi inferti con un’arma da taglio. Nella lista dei sospettati, sin da subito, gli inquirenti avevano inserito Azouz Marzouk, marito di Castagna, 26enne tunisino già noto alle forze dell’ordine per reati legati allo spaccio e alla detenzione di stupefacenti. Da poco uscito dal carcere grazie all’indulto, era nuovamente ritornato nel mirino degli investigatori, per uscirne poco dopo, dal momento che, la sera della carneficina, si trovava in Tunisia per una visita ai genitori. L’attenzione si era spostata sui vicini di casa che, a detta delle forze dell’ordine, avevano avuto comportamenti ambigui. Si trattava di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Nel 2005, più o meno nel periodo di Capodanno, la coppia aveva litigato pesantemente con Castagna. Quello che sembrava essere un semplice screzio tra dirimpettai si era presto trasformato in una causa civile, che si sarebbe dovuta tenere due giorni dopo la mattanza. In quell’occasione, pare che Bazzi e Romano avessero aggredito la vicina che, in un secondo momento, aveva deciso di sporgere denuncia.
Erba – Storia di un massacro: i processi e le condanne
In poche settimane, un paesino sconosciuto si era trasformato nella meta di giornalisti e troupe televisive alla ricerca di dettagli su una storia avvolta dal mistero. A quasi un mese dall’accaduto, sulla scorta del materiale e delle prove raccolte, il 9 gennaio 2007 Bazzi e Romano venivano arrestati dai carabinieri, nonostante avessero più volte tentato di difendersi, affermando di essere andati a cena al McDonald’s di Como quella sera e mostrando lo scontrino del loro ordine. A pesare più delle loro giustificazioni era stata una traccia di dna di Cherubini sul battitacco dell’auto di Romano e, in particolare, la testimonianza di Frigerio che, risvegliatosi dal coma, li aveva indicati come colpevoli. Dopo aver ribadito la loro innocenza, qualche ora dopo il fermo, i coniugi confessarono, addossandosi rispettivamente la colpa e scagionando l’altro. Bazzi dichiarò di aver agito per vendicarsi di un presunto stupro da parte di Marzouk. Versione, successivamente ritrattata durante l’udienza preliminare davanti al Gup, nella quale ritornarono a ribadire di non essere coinvolti nella strage.
I due vennero così rinviati a giudizio. Il 29 gennaio 2008, davanti alla Corte di Assise di Como, si apriva ufficialmente il processo. I coniugi arrivarono a sostenere di essere stati spinti dai carabinieri a confessare un misfatto di cui non erano stati autori, mentre Frigerio rimaneva fedele alla sua versione, che li tacciava di essere gli assassini. Il primo grado di giudizio si concluse il 26 novembre 2008 con la condanna all’ergastolo per i due imputati e l’isolamento diurno per tre anni. Oltre a risarcimenti per la famiglia Frigerio e Marzouk. Nonostante i ripetuti tentativi di ricorso, il 3 maggio 2011 la Corte di Cassazione ha reso definitiva la sentenza. Al momento, Rosa Bazzi sta scontando la sue pena nel carcere di Bollate, mentre il marito in quello di Opera.