C’è un caso che sta animando il corpo studentesco e i cittadini della provincia di Enna. Nel corso di un’assemblea autorizzata all’interno dell’istituto superiore Ettore Majorana – Cascino di Piazza Armerina, nell’ennese, gli studenti e i docenti hanno visto irrompere gli agenti di polizia. Il tema dell’incontro era la legalizzazione della cannabis e a denunciare la vicenda è stata la dirigente scolastica Lidia Di Gangi. Alla richiesta di spiegazioni, secondo quanto racconta Repubblica, gli agenti avrebbero risposto che «le domande le facciamo noi». In Parlamento è stata presentata anche un’interrogazione al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

La preside: «La scuola è parte lesa»
Il racconto è affidato alle parole di Lidia Di Gangi: «La scuola è parte lesa in tutta questa brutta vicenda. Ho chiesto ai ragazzi e ai professori presenti di raccontarmi l’accaduto e tutti mi hanno confermato l’intervento dei poliziotti durante l’assemblea. Gli agenti hanno chiesto i nomi degli alunni. Quando gli studenti, i tre ragazzi rappresentanti d’istituto e i due della consulta provinciale, hanno chiesto agli agenti il perché di questa strana richiesta, i poliziotti hanno risposto che le domande le facevano loro. Pare che la segnalazione anonima sia arrivata alla questura di Enna ma resta da capire il perché. L’assemblea, ripeto, era stata regolarmente autorizzata da me così come il collegamento da remoto con l’associazione “Meglio Legale“, perché rientra in un percorso formativo che la scuola ha avviato da tempo».
L’interrogazione presentata dalla deputata Stefania Marino
A presentare l’interrogazione in Parlamento è stata la deputata del Pd Stefania Marino. «Quanto successo è vergognoso perché l’assemblea era regolare e si discuteva di un tema importantissimo dibattuto insieme con “Meglio legale” che è un’associazione che tra l’altro coinvolge medici, giornalisti, parlamentari, avvocati, professionisti, l’assemblea non aveva nulla che giustificasse l’intervento della polizia. A prescindere dal tema trattato, quello che è successo è in forte contrasto con il diritto all’assemblea e con il diritto alla libertà di espressione sancito dalla nostra Costituzione che proprio nelle scuole dovrebbero trovare il massimo grado di espressione. Il ministro Valditara ci deve delle spiegazioni».
