Eni non pagherà il gas russo in rubli

Redazione
28/03/2022

Lo ha dichiarato l’amministratore delegato Claudio Descalzi: «La richiesta della Russia di essere pagata così per il suo gas naturale è un problema per i mercati energetici».

Eni non pagherà il gas russo in rubli

«L’Eni non pagherà il gas russo in rubli». Lo ha dichiarato l’amministratore delegato dell’azienda, Claudio Descalzi, nel corso di un evento a Dubai. «Eni non ha rubli. I contratti prevedono il pagamento del carburante in euro e i contratti dovrebbero essere modificati per cambiare i termini», ha detto l’ad del Cane a sei zampe, aggiungendo che l’Europa dovrebbe guardare all’Africa per più forniture di gas.

Eni non pagherà il gas russo in rubli. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato dell'azienda Claudio Descalzi.
Eni non pagherà il gas russo in rubli, ha detto l’ad Descalzi (MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images)

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Gas russo, Descalzi: «L’Europa non ha proprie risorse energetiche»

Il 23 marzo Vladimir Putin ha incaricato il Consiglio dei ministri russo, la Banca centrale e Gazprom di attuare misure per modificare la valuta di pagamento delle forniture di gas ai Paesi dell’Unione europea e a tutti quelli che hanno introdotto misure restrittive nei confronti di Mosca: dal 31 marzo, gli Stati “ostili” dovranno pagare le forniture di gasolio non più in dollari o euro, bensì in rubli. «La richiesta della Russia di essere pagata in rubli per l’esportazione del suo gas naturale è un problema per i mercati energetici, perché sta causando volatilità nei prezzi ed è molto difficile pagare quella valuta», ha detto Descalzi, ricordando che «l’Europa non ha proprie risorse energetiche e non ha sufficiente capacità di rigassificazione del GNL per soddisfare la richiesta».

Eni non pagherà il gas russo in rubli. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato dell'azienda Claudio Descalzi.
Vladimir Putin (ALEXEY NIKOLSKY/Sputnik/AFP via Getty Images)

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Gas russo, perché Putin vuole il pagamento in rubli

«L’Europa è una scatola vuota quando si tratta di energia», ha aggiunto Descalzi. Dalle fonti energetiche russe dipendono molti stati europei e, con lo switch al rublo, Putin ha voluto assestare un colpo agli antagonisti occidentali, che hanno condannato l’attacco all’Ucraina. Innanzitutto, è bastato l’annuncio per far schizzare i pressi del gas alle stalle, con una crescita di oltre il 30 per cento. Ma non è questo il principale motivo. Al momento dell’annuncio di Putin, dopo settimane di perdite il rublo stava riprendendo quota. Il 23 marzo, con un dollaro era possibile acquistare 102 rubli, diventati 98 oggi: Mosca vuole rafforzare la moneta per riportarla almeno ai livelli precedenti alla guerra, quando un dollaro valeva 84 rubli.