Eni, l’accordo con CFS per supportare lo sviluppo dell’energia da fusione

Debora Faravelli
10/03/2023

La tecnologia potrà dare un contributo importante alla transizione energetica tramite la fornitura di grandi quantità di energia prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile. Descalzi: «Potenziale svolta tecnologica epocale».

Eni, l’accordo con CFS per supportare lo sviluppo dell’energia da fusione

Eni e CFS (Commonwealth Fusion Systems), spin-out del Massachusetts Institute of Technology (MIT), hanno firmato un accordo di cooperazione con l’obiettivo di accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione. L’iniziativa rafforza la partnership tra le due società unendo l’esperienza ingegneristica e di project management di Eni ad una serie di progetti a supporto di CFS nonché lo sviluppo e distribuzione dell’energia da fusione su scala industriale.

L’accordo tra Eni e CFS

Eni ha investito per la prima volta in CFS nel 2018 e ne è azionista strategico. È inoltre stata la prima società energetica a credere ed investire nella tecnologia a fusione a confinamento magnetico che, una volta portata a livello industriale, potrà dare un contributo davvero importante alla transizione energetica. La strada intrapresa dal Commonwealth Fusion Systems è caratterizzata da un approccio pragmatico e progressivo finalizzato ad ottenerne l’applicazione industriale nel prossimo decennio. Nel 2021, la società ha effettuato con successo un test su un magnete con tecnologia superconduttiva HTS (HighTemperature Superconductors), il più potente del suo genere al mondo, che assicurerà il confinamento del plasma nel processo di fusione magnetica e potrà contribuire al raggiungimento dell’energia netta da fusione in un futuro impianto dimostrativo.

Eni e CFS hanno firmato un accordo di cooperazione con l’obiettivo di accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione.
Bob Mumgaard (Credits CFS)

SPARC, che punta ad essere il primo impianto pilota a confinamento magnetico al mondo a produzione netta di energia da fusione, è in costruzione e sarà operativo entro il 2025. Si prevede che questo, a sua volta, farà da banco di prova per lo sviluppo di ARC, la prima centrale elettrica industriale da fusione in grado di immettere elettricità in rete che dovrebbe essere operativa nei primi anni del 2030. L’accordo tra Eni e CFS prevede proprio un lavoro congiunto per accelerare il progresso di quest’ultima – oltre ad una serie di progetti attualmente in fase di sviluppo che includono supporto operativo e tecnologico, esecuzione progettuale attraverso la condivisione di metodologie mutuate dall’industria energetica e rapporti con gli stakeholder.

Le dichiarazioni dei vertici

L’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi ha così commentato l’intesa: «Vedremo realizzata la prima centrale elettrica di CFS basata sulla fusione a confinamento magnetico all’inizio del prossimo decennio, avendo poi davanti a noi quasi vent’anni per diffondere la tecnologia e raggiungere gli obiettivi di transizione energetica al 2050. Questo vorrà dire disporre, a livello industriale, di una tecnologia in grado di fornire grandi quantità di energia senza alcuna emissione di gas serra prodotta in modo sicuro, pulito e virtualmente inesauribile fornendo un contributo sostanziale alla transizione energetica. Per questo siamo di fronte a una potenziale svolta tecnologica epocale. Da diversi anni Eni sta ponendo la leadership tecnologica, con un approccio di neutralità e diversificazione, alla base del proprio percorso di decarbonizzazione. Consapevoli del grande valore strategico di questa tecnologia e della solidità di CFS, fin dal 2018 Eni ha investito nella società ed è stata la prima azienda energetica ad impegnarsi concretamente in questo settore. Oggi rafforziamo ulteriormente questa collaborazione con le nostre competenze ed esperienza con l’obiettivo di accelerare il più possibile il percorso di industrializzazione della fusione».

Eni e CFS hanno firmato un accordo di cooperazione con l’obiettivo di accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione.
Claudio Descalzi (Credits CFS)

Gli ha fatto eco il CEO di CFS Bob Mumgaard: «L’accordo di collaborazione tra CFS e il nostro partner di lunga data Eni ha il grande potenziale di far progredire i nostri sforzi sulle principali sfide globali e sulle opportunità di trasformazione del panorama energetico grazie ad una fornitura illimitata di energia pulita da fusione. Questo accordo sottolinea il ruolo chiave che le società energetiche esistenti svolgono nell’accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione e la forza della dell’abbinamento con tali aziende».