Un “cavalluccio marino”, una stretta di mano più inclusiva, una faccia che si copre lo sguardo scioccata, un saluto militare. Sono solamente alcune delle nuove emoji lanciate nel 2021, le “faccine” che come ogni anno modificano il nostro modo di comunicare via smartphone e che entrano velocemente nei migliaia di messaggi che inviamo e riceviamo ogni giorno. Le emoji sono così diffuse, e influenzano così tanto la comunicazione sul web, dal diventare quasi un fenomeno a parte, analizzato e studiato in tutte le sue forme.
Non è un caso che, negli anni, abbiano trovato sempre più spazio emoji che rispettano le differenze etniche e le diverse identità di genere, e che siano sostanzialmente sparite le armi da fuoco, sostituite da un’innocua pistola ad acqua. Su queste si fanno classifiche, come quella con le più usate al mondo o altre in cui si spiega perché ce ne sono alcune da evitare assolutamente. Dietro qualche “smile”, poi, ci sono anche delle storie di vita vera.
Il Ny Times sceglie l’emoji del 2021
E a sottolineare quanto siano diventate influenti, basti pensare allo spazio che la testata più prestigiosa al mondo, il New York Times, spesso dedica alle emoji. Una giornalista del quotidiano, analizzando le 37 nuove faccine che presto arriveranno sugli smartphone di tutto il mondo, ha scelto quella che meglio rappresenta il 2021. Si tratta di una che raffigura un volto sorridente che si scioglie: «Ci sono momenti in cui le parole sembrano inadeguate, quando il terrore, la vergogna, la stanchezza o il disagio sembrano troppo immensi per essere espressi a parole. È qui che entra in gioco la melting face emoji». Tra tutte le nuove faccine, questa ha già trovato dei fan sui social network, e per motivi diversi: c’è chi la considera la perfetta rappresentazione dello stato d’animo generale dopo un anno e mezzo di pandemia, altri invece la considerano un avvertimento per la sempre più grave crisi climatica: «Qualcosa mi dice che nel corso di questa apocalisse climatica useremo molto questa emoji», ha scritto un utente su Twitter.
The new melting face emoji just feels… very appropriate. Well done, Unicode pic.twitter.com/AYcSFf53mB
— Charlotte Jee (@charlottejee) September 29, 2021
Il volto è stato ideato nel 2019 da Jennifer Daniel e Neil Cohn: la prima è direttrice creativa di Google e presidente del Sottocomitato emoji (sì, esiste davvero) di Unicode, un’organizzazione che si occupa di vagliare e approvare tutte le modifiche relative al “linguaggio visivo”. Il secondo è invece un professore di cognizione e comunicazione all’Università di Tilburg, in Olanda. Quest’ultimo aveva pubblicato delle ricerche sulle rappresentazioni delle emozioni nei manga giapponesi, in cui tratta la paperification: nei fumetti, «è ciò che accade quando le persone si imbarazzano, si trasformano in pezzi di carta e volano via». Quella ricerca aveva attratto l’attenzione di Daniel, e i due avevano deciso di mettersi a lavoro per trasformare quell’espediente in emoji: ne è nata la faccina che si scioglie, considerata «più istintiva» rispetto alla trasformazione in carta. E non solo, perché può essere usata anche per rappresentare la sensazione di caldo causata da un condizionatore rotto, o anche lo stato d’animo che si prova dopo una situazione imbarazzante.
Le prime emoji sono esposte al MOMA
Nel 1999 le prime emoji sono state create dal grafico giapponese Shigetaka Kurita, che ha trovato ispirazione nei manga e li ha progettati per migliorare la comunicazione tramite messaggi di testo: NTT DoCoMo, la compagnia di telefonia mobile giapponese, aveva infatti un limite di 250 caratteri per ogni messaggio, quindi c’era bisogno di un modo più efficace per comunicare il proprio punto di vista senza utilizzare le parole. Il set originale di 176 emoji disegnati da Kurita fa ora parte della collezione permanente del Museum of Modern Art di New York.