Emilia Clarke: “Dopo due aneurismi una parte del mio cervello non funziona più”
Emilia Clarke ha confessato in un'intervista che una parte del suo cervello non è più attiva. Può comunque vivere una vita normale e sa di essere fortunata.
“Una parte del mio cervello non è più utilizzabile. È straordinario che io sia in grado di parlare, a volte in modo articolato”. Così l’attrice Emilia Clarke ha confessato le ripercussioni dei suoi due aneurismi nella sua vita. La star è stata intervistata per il suo nuovo spettacolo a Londra, Il Gabbiano di Cechov. I fan della popolare saga Game of Thrones la ricordano per il ruolo di Daenerys Targaryen, la regina dei Draghi, ma in pochissimi sanno che la donna ha subìto due diversi aneurismi, uno nel 2011 e l’altro due anni dopo. Si tratta proprio del periodo in cui si stavano svolgendo le riprede della serie. L’attrice ha rivelato che la saga le avrebbe dato un motivo per andare avanti nonostante questo periodo così difficile della sua vita.
Emilia Clarke e gli strascichi degli aneurismi
Nonostante ci sia una parte del suo cervello che non tornerà mai più come prima, l’attrice si sente fortunata per essere sopravvissuta. Tutto sommato riesce a vivere una vita normale e ricca di interessi. Il pensiero è ai tanti che non ce l’hanno fatta. La 35enne ha rivelato anche il lato ironico della sua condizione, riferendosi al funzionamento. Infatti, ha ricordato che l’ictus e la mancanza di funzionalità nel cervello dipendono dal fatto che, per un secondo, il sangue non arriva in quella determinata zona. Per questo, il sangue trova un’altra strada per arrivare nelle altre parti, ma quella non irrorata è come se fosse sparita.
L’associazione SameYou per le vittime di lesioni cerebrali e ictus
Emilia Clarke non ha dimenticato quello che le è successo, ma lo ha trasformato in qualcosa di bello. Infatti, ha fondato un’associazione a sostegno a chi ha vissuto la sua stessa esperienza, ma non è stato altrettanto fortunato. L’ente si chiama SameYou – letteralmente ComeTe – e ha spiegato che non ha senso tormentarsi per quello che non dovrebbe esserci.