Emanuela Orlandi scomparve a Roma il 22 giugno 1983. Figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia e di Maria Pezzano, aveva 15 anni al momento della scomparsa e frequentava il secondo anno del Liceo Scientifico al Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II. Nata il 14 gennaio 1968 ha manifestato da subito una grande passione per la musica, seguiva corsi di pianoforte e canto, oltre a suonare il flauto. Frequentava una scuola di musica con sede a Piazza Sant’Apollinare e abitava in un appartamento dentro le Mura Leonine.
Il 22 giugno, terminata la lezione, telefonò alla sorella e le comunicò di aver ricevuto un’offerta di lavoro per una attività di volantinaggio durante una sfilata. Terminata la breve conversazione, con due compagne si avviò verso la fermata dell’autobus. Da qui prendono il via due ricostruzioni contrastanti. La prima, secondo cui Emanuela disse di non voler salire sull’autobus perché troppo affollato. La seconda, rivelata dalla sua amica Raffaella, che sostenne che Emanuela le ha confidò di attendere la persona che l’ha contattata. L’unica certezza è che da quel momento, di Emanuela non si saprà più nulla.
Emanuela Orlandi: tante piste, nessuna traccia
Avvistamenti in Italia e all’estero, banda della Magliana, Lupi Grigi, Vaticano, pedofilia, legami con l’attentato a Giovanni Paolo II, lo Ior. Sono tante le segnalazioni arrivate e le ipotesi avanzate nel tempo su questo caso di sparizione, ma nessuna ha contribuito a far luce in maniera decisiva sul mistero. Fu ispezionata anche la tomba di Renatino De Pedis, il boss della Magliana, all’interno della chiesa di sant’Apollinare. Pietro Orlandi non ha mai smesso di cercare sua sorella e insieme all’avvocato Laura Sgrò continua a battere tutte le piste, sperando di scoprire la verità su Emanuela. Ercole Orlandi, il papà di Emanuela, è morto nel 2004.
Nel 2015 le indagini ufficiali sono state interrotte. Giuseppe Pignatone, Capo della Procura di Roma, chiese l’archiviazione dell’inchiesta. Da quel giorno sul caso Orlandi sono in corso solo indagini private, portate avanti dalla famiglia Orlandi a proprie spese.
Emanuela Orlandi, a che punto siamo?
Nel 2018, dopo l’ennesima segnalazione, le attenzioni si rivolsero al cimitero Teutonico situato all’interno di Città del Vaticano. Si sperava in una svolta, ma quando furono aperte le due tombe segnalate da una voce anonima queste erano vuote e ben pulite. Sempre nell’area del cimitero sono stati condotti degli accertamenti dopo aver selezionato alcuni campioni ossei depositati nel Collegio teutonico. In una nota diffusa dalla sala stampa vaticana è stato scritto che «nel corso degli accertamenti di antropologia forense, il professor Arcudi non ha riscontrato alcuna struttura ossea che risalga ad un’epoca successiva alla fine del 1800. I campioni sono stati repertati e trattenuti presso il Comando della Gendarmeria a disposizione del Promotore di Giustizia».
Ipotesi confermata dal responso dell’Cedad dell’Università del Salento, che lo scorso maggio affermò che nessuna delle ossa ritrovate fosse successiva al 1955.
Emanuela Orlandi, oggi sit-in a Largo Giovanni XXIII
Da quel 22 giugno 1983 Pietro Orlandi non ha mai perso la speranza di ritrovare Emanuela. «È mio dovere cercarla viva», continua a ripetere in ogni trasmissione in cui viene invitato, per mantenere accesi i riflettori su Emanuela in attesa di avere notizie. Oggi alle ore 18, a Largo Giovanni XXIII a Roma, la famiglia ha organizzato un incontro per chiedere la verità sulla sparizione di Emanuela Orlandi. Sarà presente anche l’associazione Penelope, l’associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse. A Emanuela fu collegata la sparizione di Mirella Gregori, anche lei scomparsa a Roma il 7 maggio 1983 e mai più ritrovata. Anche Mirella aveva 15 anni quando scomparve.