Emanuela Orlandi, Pietro: «Mi sono illuso, in Vaticano ci sono ancora intoccabili»

Elena Mascia
18/04/2023

Pietro Orlandi non resta in silenzio, lamentando come il nome della sorella sia ancora impronunciabile da «certe finestre». In queste ore sono in corso i lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori.

Emanuela Orlandi, Pietro: «Mi sono illuso, in Vaticano ci sono ancora intoccabili»

Diretto, come ci ha abituati in questi anni. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la quindicenne scomparsa quarant’anni fa il 22 giugno del 1983, ha rilasciato un’intervista a La Repubblica dove afferma, non senza amarezza: «Mi sono illuso, pensavo che nel 2023 non ci fossero più persone intoccabili in Vaticano, invece esistono». L’uomo, che da anni non ha mai smesso di lottare per portare alla luce la verità su quanto accaduto alla sorella ha proseguito: «Dopo le parole apparentemente confortanti del pubblico ministero del Vaticano Alessandro Diddi, che ha detto scaveremo a fondo in ogni direzione anche le più gravi senza sconti a nessuno, credevo che non ci fosse più più quella sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano, né giornalisti asserviti al loro potere. Purtroppo mi sbagliavo».

Pietro Orlandi, in un'intervista a La Repubblica, denuncia i silenzi del Vaticano e di certi giornali rispetto alla morte di Emanuela Orlandi.
Manifestazione Emanuela Orlandi (GettyImages)

Pietro Orlandi e gli intoccabili del Vaticano

Orlandi non generalizza con le sue dichiarazioni, al contrario specifica: «Fortunatamente c’è ancora chi ragiona con la propria testa e non ha accettato di chinarsi a nessuno e decide di scrivere quello che la coscienza, e non gli altri, gli impone di scrivere». Intanto, in queste ore è stato dato l’avvio della discussione sull’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, che ha già superato la fase di approvazione da parte della Camera in Commissione Affari Costituzionali.

La replica di Papa Francesco in difesa di Wojtyla

Se Pietro Orlandi ha affidato al quotidiano La Repubblica il suo sfogo, Papa Francesco ha invece utilizzato l’Angelus di domenica scorsa 16 aprile in Piazza San Pietro per difendere pubblicamente Giovanni Paolo II dalle accuse che gli sono state rivolte negli scorsi giorni, dalle quali si intuisce un presunto coinvolgimento nel caso della sparizione della giovane: «Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate».

Pietro Orlandi non ha contestato la replica del Pontefice, ma ha specificato che come Bergoglio ha difeso Wojtyla, allo stesso modo avrebbe potuto difendere il ricordo della sorella Emanuela, visto che è stato lui a chiedere l’apertura di un’inchiesta: «Sembra che da quella finestra il nome di Emanuela sua ancora un tabù» ha affermato l’uomo. Durante il recente incontro, avvenuto l’11 aprile in Vaticano, Pietro Orlandi è stato ricevuto dal promotore di giustizia Alessandro Diddi, che indaga sul caso della sparizione di Emanuela Orlandi a distanza di quarant’anni, su mandato della Chiesa cattolica, presso il quale è rimasto per circa otto ore.