Ci sono voluti 40 anni per riconoscere la necessità di andare a fondo sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori: la svolta storica è arrivata ieri dall’Aula della Camera che ha approvato all’unanimità l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta per fare luce sulla sparizione delle due giovani. Grazie ai 245 voti favorevoli e nessuno contrario, famigliari e amici delle ragazze potranno sperare nell’ottenimento di risposte che non restino mere supposizioni.

La Commissione d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi
Un traguardo commentato, tra i primi, dal fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, che ha parlato di «una giornata molto positiva» durante la quale «è stato fatto un passo importante». L’uomo, che non ha mai smesso di chiedere giustizia, ha aggiunto che il caso della sorella e la nomina della commissione parlamentare di inchiesta «non riguarda solo la scomparsa di una ragazzina ma tutto quello che è successo in questi 40 anni. Ci sono situazioni poco chiare che vanno chiarite. Oggi sono contento, ora la palla passa al Senato, mi auguro che per aprile la commissione possa essere costituita».
Pietro Orlandi ha ritrovato, nello Stato, una speranza: una percezione che invece continua a non ritrovare nei confronti del Vaticano, nonostante, pochi mesi fa, la Santa Sede fosse andata nella direzione della riapertura del caso. L’uomo ha parlato di quella che ha definito come una «continua presa in giro che dura da 40 anni. Se apri un’inchiesta vuole dire che hai deciso di arrivare alla verità. Alessandro Diddi (promotore di giustizia dello Stato Vaticano, ndr) ancora non ci ha risposto, avrebbero dovuto chiamarci, invece ancora niente. Mi auguro che stiano facendo qualcosa. Sarebbe stato bello iniziare una collaborazione, potevamo aiutarli a capire da dove poter partire». E conclude: «Io sono convinto che sanno come sono andate le cose. Così come lo sapevano Ratzinger, Wojtyla e lo sa Francesco».

Una dichiarazione e uno sfogo, quello di Pietro, a cui si sono aggiunte le parole della sorella di Mirella Gregori, Maria Antonietta Gregori: «Dopo 40 anni questa è finalmente una bella giornata. Si parla di mia sorella dopo che per 40 anni è stata sempre solo un’appendice di Emanuela e spero che con questa commissione si scindano i casi perché, anche se hanno degli elementi in comune, magari la verità sulla fine delle due ragazze potrebbe essere diversa». Anche la Gregori è convinta che «ci sono state delle lacune, all’inizio mia sorella non è stata proprio cercata».
Due ragazze scomparse a poca distanza l’una dall’altra
Era il 1983, quando le due ragazze scomparvero senza lasciare traccia. Quarantasei giorni esatti a dividere la sparizione prima di Emanuela Orlandi e poi di Mirella Gregori. Le due giovani non erano amiche né conoscenti, eppure i casi relativi alla loro scomparsa ricondurrebbero a elementi in comune. Le ipotesi di questi anni sono state svariate, dalla possibilità di un regolamento di conti relativo a fondi dello Ior al ruolo che potrebbe aver avuto la banda della Magliana, ma nessuna pista ha mai portato a delle risposte definitive.