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Fuori di testo

Email e messaggi brevi di frequente destabilizzano e confondono chi li riceve. Espressioni come “si” e “no” o il punto alla fine di una frase vengono considerati sinonimo di freddezza e distacco dai destinatari. Ecco perché avviene e come risolvere il problema.

17 Dicembre 2021 12:54 Fabrizio Grasso
Email e messaggi brevi a lavoro possono destabilizzare mentalmente il destinatario. Per gli esperti, tutto sta nell'approccio al web

Molto spesso, durante una conversazione di lavoro, si ricevono email o messaggi lapidari. Espressioni del tipo «Grazie, ottimo lavoro» e «Ok, nessun problema» sono parte della vita quotidiana di molti e tendenzialmente si interpretano come presa visione. Spesso, però, sono considerate eccessivamente fredde o distaccate, persino sinonimo di insoddisfazione da parte del mittente. Per gli esperti del linguaggio, ciò deriva dalla decontestualizzazione rispetto alle conversazioni face-to-face e al diverso approccio al web delle varie generazioni.

I vantaggi dei discorsi a voce rispetto ai testi di email e messaggi

«Quando possiamo contare sul tono di voce o sulla gestualità di mani e volto, espressioni brevi come “Ok” oppure “Certo” assumono un significato diverso rispetto al testo scritto», ha detto alla Bbc Michelle McSweeney, linguista statunitense. La scienziata è anche autrice di The Pragmatics of Text Messaging, disponibile solo in lingua inglese a 26,33 euro. Dello stesso parere anche Alan Cowen, CEO di Hume AI, laboratorio di ricerca sulle emozioni umane: «Le espressioni vocali non verbali, come sospiri e risate, sono molto ricche di significato». A tal proposito, un recente studio ha rivelato che in esse si nascondano 28 tipi di significati emotivi differenti, che svaniscono nei testi scritti. Discorso simile anche per le videochiamate, dove «non abbiamo pieno accesso ad abbigliamento e postura che aiutano a rendere fluida una conversazione».

Email e messaggi brevi a lavoro possono destabilizzare mentalmente il destinatario. Per gli esperti, tutto sta nell'approccio al web
L’interpretazione delle parole varia fra conversazioni dirette e messaggi o email (Getty)

Non bisogna poi dimenticare che alcune parole sembrano essere progettate appositamente per creare disguidi o mandare in tilt il nostro cervello. È il caso delle affermazioni o negazioni più comuni, “sì” e “no”. «Si tratta di estremità polari di una scala e di frequente danno vita a misunderstanding», ha proseguito Cowen. «Se quando parliamo con amici o familiari siamo più bravi a capirne le sfumature, nelle email di lavoro ciò è impossibile perché ognuno ha una propria e personale visione».

Il fenomeno del blockchanneling e le generazioni di Internet

C’è poi la questione relativa al blockchanneling. Con il termine si riassume l’insieme di segnali che indicano se un interlocutore sta prestando o meno attenzione al discorso. La loro importanza è al centro degli studi di Erika Darics, linguista applicata dell’Università di Groningen, in Olanda, e conduttrice del podcast Words and Actions. «Non siamo abituati a farci caso, ma espressioni come “Aha”o “Hmmm” hanno grande importanza», ha dichiarato ai microfoni della Bbc. «Anche un sopracciglio alzato può dirimere il dubbio di essere stati ascoltati».

Our own Erika Darics is quoted in this article on text communication at work: https://t.co/N2UJY8MIi4

— Words&Actions (@_WordsActions_) December 17, 2021

Altro aspetto importante è quello rappresentato dalle cosiddette Internet People. Gli scienziati classificano così le varie generazioni e il loro approccio alla rete. Fondamentali risultano in tal senso l’età e il personale primo approccio a Internet. Un anziano infatti ha vissuto i primi passi del web, soppesando le differenze con il mondo pre-informatico, mentre un millennial non sa cosa sia il mondo senza internet. «Ogni gruppo di Internet People ha regole diverse nella scrittura e, dunque, nell’interpretazione dei testi scritti», ha detto alla Bbc Gretchen McCulloch, autrice di Because Internet (14,95 euro, solo in inglese). «Un esempio semplice è quello del punto fermo. Per un individuo abituato alla scrittura offline è infatti l’unico elemento per chiudere una frase. Un giovane che vive spesso online invece può pensare nasconda significati più profondi».

Email e messaggi brevi a lavoro possono destabilizzare mentalmente il destinatario. Per gli esperti, tutto sta nell'approccio al web
Una possibilità per evitare disguidi è inviare note vocali (Getty)

L’importanza delle emoji e delle registrazioni vocali 

Un discorso simile meritano le emoji, con i più giovani che le ritengono essenziali per definire le emozioni nella conversazione. Una loro assenza, per i meno avvezzi alla scrittura online, sarebbe la normalità, mentre per altri potrebbe essere sinonimo di stizza o noia. In conclusione tutto dipende dal personale modo di vedere il web e dal contesto sociale in cui lo si utilizza. Se però si vuol tagliare la testa al toro, basta una registrazione vocale. «La comunicazione emotiva della voce è più ricca e precisa», ha concluso Cowen. «L’invio di note audio è un ottimo modo per liberarsi dell’incertezza e vivere con meno ansia».

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