Elon Musk come John D. Rockefeller: chi era il “paperone” per antonomasia

Redazione
02/01/2022

Scalzato Jeff Bezos, nessuno al mondo ha il suo patrimonio. Il Ceo di Tesla è a un livello di ricchezza che, in epoca moderna, è stato raggiunto solo dal celebre presidente della Standard Oil Company

Elon Musk come John D. Rockefeller: chi era il “paperone” per antonomasia

Il secondo anno della pandemia ha reso i ricchi ancora più ricchi, altro che crisi. In testa alla classifica dei “paperoni” stilata da Bloomberg c’è Elon Musk. Il Ceo di Tesla Motors non è mai stato così ricco e ha chiuso l’anno con un patrimonio di 273,5 miliardi di dollari, con un guadagno del 75 per cento. Una “performance” che gli ha permesso di scalzare dal gradino più alto del podio il fondatore di Amazon Jeff Bezos, sceso al secondo posto con 194,2 miliardi di dollari. Al terzo c’è il francese Bernard Arnault, patron del colosso del lusso Lvmh, con una fortuna di 177,1 miliardi di dollari: è l’unico non americano tra i primi dieci, visto che Musk è sì sudafricano, ma naturalizzato statunitense. La classifica Bloomberg Billionaires Index prosegue poi con Bill Gates, Larry Page, Mark Zuckerberg, Sergey Brin, Steve Ballmer, Warren Buffett, Larry Ellison. Sono questi i nomi della top ten dei più ricchi al mondo. Elon Musk, in particolare, al netto dell’inflazione è adesso a un livello di ricchezza raggiunto prima soltanto da John D. Rockefeller, grande riformatore mondiale dell’industria petrolifera.

Elon Musk come John D. Rockefeller, è l'uomo più ricco al mondo: chi era il “paperone” per antonomasia.
John Davison Rockefeller (Hulton Archive/Getty Images)

Elon Musk, il “predecessore” John Davison Rockefeller

Nato l’8 luglio 1839 a Richford (New York) da una famiglia di estrazione modesta, John Davison Rockefeller si trasferì a Cleveland con la famiglia durante l’adolescenza. Assunto come contabile presso una ditta di commissionari e spedizionieri di derrate agricole, fiutando le potenzialità del business del petrolio nel 1958 investì in una raffineria. Sposatosi poi con Laura Spelman, figlia di un facoltoso uomo di affari, Rockefeller iniziò a espandere la sua attività, fondando nel 1870 una nuova società: la Standard Oil Company. In breve, con metodi poco ortodossi, riuscì a sbarazzarsi di tutti i suoi concorrenti a Cleveland e, già nel 1880, la sua compagnia arrivò a raffinare il 95 per cento del petrolio prodotto negli Stati Uniti. Considerato una minaccia in patria per la libera impresa, il “robber baron” Rockefeller riuscì ad accumulare un’immensa fortuna, portando l’industria petrolifera a un’espansione senza precedenti. Criticato da buona parte dell’opinione pubblica, per “ripulire” la sua immagine si inventò filantropo, con ingenti donazioni alla Chiesa battista e poi con la ricostruzione dell’Università di Chicago. Nel 1911, dopo diverse cause federali contro la Standard Oil, una sentenza della Corte suprema sciolse definitivamente il trust e dunque, formalmente, il suo monopolio. Rockefeller decise così di ritirarsi dagli affari, lasciando la guida dell’azienda al figlio. Due anni dopo, dette vita alla fondazione che porta il suo nome, la Rockefeller Foundation, con il fine dichiarato di «promuovere il benessere dell’umanità in tutto il mondo». John Davison Rockefeller morì a Ormond Beach, in Florida, nel 1937.