Elly Schlein, la nuova segreteria Pd tra Ditta e rinnovamento

Stefano Iannaccone
27/02/2023

Il portavoce Alivernini, l'uomo macchina Righi, Furfaro vice. Le donne Muroni, Braga, Gribaudo e Di Biase, cioè lady Franceschini, a scalare le gerarchie. Le Sardine, ma anche i "grandi vecchi" Boccia, Provenzano e Zan in squadra. Incognita Zingaretti, Barca il principale pensatore. Tutti i nomi del cerchio magico di Schlein.

Elly Schlein, la nuova segreteria Pd tra Ditta e rinnovamento

La rappresentanza di genere non bisognerà nemmeno chiederla. Con Elly Schlein segretaria del Partito democratico si punta a un team molto al femminile, e decisamente femminista, con un imprinting di forte rinnovamento. Ma senza dimenticare chi, tra gli uomini più giovani, ha dato una mano. E il punto fermo, senza dubbio alcuno, è la posizione di portavoce di Flavio Alivernini, che segue la neo-leader dem da quando era vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. Dopo l’esperienza al fianco di Laura Boldrini, per cui ha scritto il libro La grande nemica. Il caso Boldrini, Alivernini ha sposato la causa di Schlein, andando a Bologna. E ora torna a Roma con un ruolo di maggiore responsabilità. La pedina più preziosa dello staff è però Gaspare Righi, nome poco noto, ma che per Schlein è imprescindibile: è l’uomo-macchina, scioglie i nodi pratici, segue i dossier politici, le garantisce una costante vicinanza in tutte le campagne elettorali. Righi è al suo fianco addirittura dai tempo dell’Europarlamento. Un asse di ferro.

Furfaro, ex golden boy della sinistra, come vice

Ma non ci sono solo i profili più tecnici in rampa di lancio: dal punto di vista politico, Marco Furfaro, portavoce della mozione Schlein, è destinato a essere sempre più al centro dell’azione politica dem. Per lui, alla prima legislatura in parlamento, si parla di un ruolo di vicesegretario. Alle spalle vanta comunque una lunga esperienza politica: era visto, in passato, come il golden boy della sinistra più radicale, tanto da essere candidato con la lista l’Altra Europa con Tsipras alle Europee del 2014. Non scattò il seggio per poco. Con gli anni si è avvicinato al Pd, fino alla candidatura alle elezioni di settembre 2022.

Elly Schlein, la nuova segreteria Pd tra Ditta e rinnovamento
Elly Schlein e Marco Furfaro.

Nel segno dell’ambientalismo con Muroni e Braga

Un nome che è atteso da un ruolo può essere quello di Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente, deputata nella scorsa legislatura prima con Liberi e uguali e dopo con il progetto in proprio FacciamoEco. Alle ultime Politiche era stata candidata dal centrosinistra in un collegio uninominale impossibile. Il suo rapporto con Schlein è fortissimo, nel segno dell’ambientalismo: candidata perfetta al volto green dei dem. Una questione che può condividere con un’altra esperta in materia, Chiara Braga, deputata dell’area di Dario Franceschini, che alla Camera è impegnata nella battaglia per la transizione ecologica.

Elly Schlein e il team di donne che puntano al comando del centrosinistra
Elly Schlein e Rossella Muroni (da Fb).

Lady Franceschini e Morassut riferimenti a Roma

Michela Di Biase, esordiente a Montecitorio e compagnia di vita di Franceschini, è destinata a scalare le gerarchie, innanzitutto diventando il riferimento a Roma, insieme con il deputato Roberto Morassut, l’unico dal Lazio in giù a conquistare un collegio uninominale alle ultime Politiche. E per questo rilancia la necessità di un Pd «di strada».

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Dario Franceschini e la moglie Michela Di Biase. (Getty Images)

La Gribaudo per la lotta alla precarietà lavorativa

In ascesa è senza dubbio Chiara Gribaudo, deputata piemontese che si è allontanata dalla corrente di Matteo Orfini per sostenere Schlein al congresso del Pd: ha spinto sui social, negli incontri pubblici, in Transatlantico. Ora è indicata come la portabandiera di un tema chiave per il rilancio del partito: il contrasto alla precarietà lavorativa, su cui Gribaudo si è già battuta negli anni alla Camera. Sulle stesse questioni è focalizzato Marco Sarracino, vicino ad Andrea Orlando, che da segretario regionale in Campania è stato anche il controcanto allo strapotere di Vincenzo De Luca. I rumors raccontano di una sua posizione sempre più centrale nel nuovo Pd, per seguire il rinnovamento delle politiche giovanili.

Elly Schlein, la nuova segreteria Pd tra Ditta e rinnovamento
Chiara Gribaudo con Elly Schlein. (Instagram)

Sardine, Majorino e l’esperto di salario minimo Laforgia

Dalle Sardine, Mattia Santori e Jasmine Cristallo, possono trovare una rinnovata visibilità con la leadership di Schlein. Soprattutto Cristallo è molto apprezzata, mentre sui territori la neo-eletta consigliera regionale del Lazio, Marta Bonafoni, e l’assessora alla Scuola e al Lavoro del Comune di Roma, Claudia Pratelli, diventeranno sempre più riferimento della segreteria nazionale, al pari di Emiliano Fossi in Toscana (eletto segretario regionale) e Pierfrancesco Majorino in Lombardia. Per l’economia una delle “teste” che può affiancare il nuovo corso è Francesco Laforgia, ex senatore che non si è candidato alle ultime elezioni per mancanza di una casa politica condivisa. Da anni si batte per il salario minimo e il mantenimento del Reddito di cittadinanza, magari migliorato e rafforzato.

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Mattia Santori. (Getty Images)

Boccia uomo chiave al Sud, tra la Puglia e la Campania

E tra i grandi vecchi? Francesco Boccia sopravviverà alla rivoluzione di Schlein: è stato coordinatore della mozione, acquisirà sempre maggiore peso al Sud, tra la Puglia e la Campania, dove è commissario del partito. Il vicesegretario uscente, Peppe Provenzano, è ancora abbastanza giovane e “fresco” per non finire in naftalina, così come il paladino dei diritti civili, Alessandro Zan, a differenza della schiera di ex renziani, in testa il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, ma anche Luca Lotti, Graziano Delrio e Matteo Orfini. Ai margini rischiano di restare ex parlamentari come Andrea Marcucci e Alessia Morani.

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Francesco Boccia. (da Fb)

Molto quotato Scotto, contro l’invio delle armi in Ucraina

I capicorrente, su tutti Franceschini, Orlando e Roberto Speranza, resteranno un passo indietro. Da valutare, invece, le ambizioni di Nicola Zingaretti, che può ambire a un ruolo più istituzionale, come quello di capogruppo alla Camera. Per il resto andranno avanti i volti meno logorati per garantire quel rinnovamento promesso. Per questo, dall’inner circle di Articolo Uno è molto quotato Arturo Scotto, conoscitore di politica estera, e tra i pochi ad aver votato “no” alla Camera all’invio di nuove armi all’Ucraina. Dalla società civile, infine, un intellettuale come Fabrizio Barca sarà uno dei principali pensatori del Pd made in Schlein, mentre attivisti della società civile, in testa Andrea Costa, presidente di Boabab experience, possono trovare un interlocutore in Largo del Nazareno.

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Arturo Scotto. (da Fb)

Rossomando e D’Elia sperano di diventare nuove capigruppo

Ma la segretaria deve affrontare subito un nodo molto delicato: decidere il destino delle due capogruppo donna di Camera e Senato, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. Per dare un segnale di discontinuità, la sostituzione è necessaria. C’è, tuttavia, il rischio autogol: una femminista che silura due donne. La soluzione è di sostituirle con altri profili femminili. A Montecitorio si adombra l’opzione Di Biase, anche se Zingaretti ci spera, al Senato Anna Rossomando, legata alla corrente di Andrea Orlando, vedrebbe concretizzarsi l’ipotesi che circola da tempo. Ma non va trascurata l’opzione della zingarettiana Cecilia D’Elia. Di sicuro non c’è troppo tempo per festeggiare: bisogna già compiere scelte già difficili.