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Elly Schlein, la vicina Finlandia e i gattopardi del Pd

Schlein avvicina l’Italia alla Finlandia, unici due Paesi europei dove sia la premier sia la n.1 del partito di opposizione sono donne. Mentre le laburiste inglesi e le socialiste francesi e spagnole aspettano ancora una leadership femminile. Ma Elly avrà più guai a rapportarsi coi gattopardi del Nazareno che con Giorgia Meloni.

27 Febbraio 2023 18:25 Lia Celi
Elly Schlein, la vicina Finlandia e i gattopardi del Pd

Parafrasando un vetusto slogan pubblicitario: se la vostra candidata del cuore alla segreteria Pd ha vinto, festeggiate con Stock; se il vostro candidato del cuore ha perso potreste comunque avere due motivi per festeggiare. Se siete emiliano-romagnoli, potrete tenervi a tempo pieno un ottimo presidente di Regione anziché vedergli fare la fine di tutti i corregionali arrivati alla Direzione nazionale e azzoppati da sgambetti e congiure interne (Dario Franceschini è l’eccezione che conferma la regola). Se il vostro candidato ha perso e siete donne e/o giovani, potete sempre consolarvi nel vedere per la prima volta una giovane donna, Elly Schlein, a capo del più grande partito della sinistra, un’emozione che le laburiste inglesi e le socialiste francesi e spagnole stanno ancora aspettando. Di questi tempi una vittoria del solito maschio bianco cis ed etero, anche fosse stato più incendiario e barricadero di Stefano Bonaccini, sarebbe stata comunque retroguardia e avrebbe inchiodato il Pd e il suo popolo un passo indietro sulla via della «modernità» rispetto a Fratelli d’Italia, che da anni si riconosce in una leader, oggi addirittura insediata a Palazzo Chigi.

Elly Schlein, la vicina Finlandia e i gattopardi del Pd
Enrico Letta ed Elly Schlein. (Getty)

La Finlandia è il nostro rovescio, a parte per quella quota rosa apicale

Chissà se la famiglia finlandese che il mese scorso fuggì dalla Sicilia, inorridita dalla confusione e dall’arretratezza, apprezzerà lo sforzo dell’Italia di avvicinarsi alla Finlandia almeno in questo: avere una donna premier e una a capo del principale partito dell’opposizione. A parti rovesciate, poiché Sanna Marin è la socialdemocratica, mentre Riikka Purra guida il Partito dei Veri Finlandesi, una specie di Fratelli di Finlandia che in politica è nazionalista ma in economia sembra Potere al popolo (vuole tassare i ricchi a tutto spiano). Del resto anche la Finlandia è il rovescio dell’Italia – la scuola base della società, l’impegno per l’ecosostenibilità, l’economia circolare, il welfare, eccetera – salvo che per quella quota rosa apicale, il carro davanti agli italici buoi che, anziché frenarli, dovrebbe trascinarli nel XXI secolo – e siccome non sono una collaboratrice del Foglio non menzionerò il famoso adagio sul carro e di buoi e la forza trainante di quel che sapete.

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Il primo ministro finlandese Sanna Marin. (Getty)

Decisiva per la vittoria la garanzia di novità promessa

Elly Schlein ci ha tenuto a marcare la sua distanza da Matteo Renzi e dal renzismo, anche se quello che i suoi antirenzianissimi sostenitori esterni, e perfino la sua futura antagonista Giorgia Meloni, sembrano aspettarsi da lei è proprio una bella rottamazione del passato. Considerato che quanto a idee e programmi, com’è risultato evidente dall’unico confronto televisivo pre-Primarie, più che di differenze fra Schlein e Bonaccini si dovrebbe parlare di sfumature (del resto sono stati presidente e vicepresidente nella stessa assemblea regionale), penso che a far decidere più di qualcuno in favore della candidata sia stata proprio la garanzia di novità promessa non tanto dai suoi discorsi, sempre forbiti, ben costruiti e diligentemente enunciati, quanto da quello che è lei: una giovane donna, e cioè non un uomo maturo.

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Giorgia Meloni. (Getty Images)

Le carezze dei suoi sponsor diventeranno scappellotti e spintoni

Un po’ come nel Gran Ballo Excelsior, la leggendaria pantomima allegorica che celebrava il progresso della Belle Époque, in cui tutti i ruoli positivi e innovatori – la Luce, la Civiltà, l’Elettricità – erano stati affidati a ballerine, mentre l’Oscurantismo e lo Schiavo e i cattivi in genere erano maschi. Questo non significa minimizzare l’appeal e la personalità della nuova segretaria, ma sottolineare la responsabilità messa dal popolo delle Primarie sulle sue spalle proprio in quanto donna. E tanto più rischiosa in quanto le carezze dei suoi sponsor all’interno del Nazareno (gli attempati e fino a ieri egoistissimi capibranco che proprio lei dovrebbe rottamare) potrebbero diventare troppo presto scappellotti e spintoni. Finora non si è mai visto un patriarcato che collabora attivamente alla propria eliminazione, ma forse Schlein presume, con qualche fondamento, che un patriarcato così autolesionista possa trovarsi solo nel Pd. Eppure qualcosa ci fa temere che per la trionfatrice di domenica sera sarà meno difficile rapportarsi con Giorgia, dal quale tutto la divide tranne l’attributo di «giovane donna», che con i gattopardi del Nazareno.

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