Manca qualche minuto alle 16.30, il Transatlantico è pieno come, ultimamente, succede di rado, soprattutto dopo il taglio dei parlamentari. Da pochi secondi è terminato il premier Question time, durante il quale Giorgia Meloni ha risposto a domande di maggioranza e opposizione. Dall’aula esce il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte. Qualche foglio sotto il braccio. Passo veloce. I giornalisti lo inseguono per un commento su quanto appena accaduto. «Avete mai visto in un Question time il presidente del Consiglio anziché rispondere sul tema dell’interrogazione replicare su un altro tema? È una grave scorrettezza sul piano istituzionale nei confronti di una forza politica di opposizione. Abbiamo fatto un’interrogazione sui mutui e lei ha risposto sul Superbonus dicendo le menzogne di sempre», dice. Ci torneremo. Ma il focus di giornata è un altro.
"Le vorrei ricordare che oggi lei è al governo, ci sono io all'opposizione. Non è più il tempo di dare le responsabilità ad altri, ma di fornire le risposte agli italiani e alle italiane".
Elly #Schlein durante il question time, rivolgendosi a Giorgia #Meloni pic.twitter.com/9VGREiru3X
— Pietro Raffa (@pietroraffa) March 15, 2023
La proposta del M5s calendarizzata (ma ce ne sono due anche del Pd)
In aula è intervenuta la neosegretaria del Partito democratico, Elly Schlein, per chiedere conto della posizione del governo sul salario minimo. Poco prima dell’inizio del Question time, Conte aveva twittato sulla calendarizzazione della «proposta del M5s» sul tema in commissione Lavoro (in realtà sono tre, e due sono del Pd). I giornalisti ne chiedono conto all’ex presidente del Consiglio. «Non ho rivendicato, ho dato una notizia. È stata calendarizzata la nostra proposta», risponde sparendo poi alla vista dei cronisti. E tornando nel silenzio dietro il quale si è chiuso da giorni.
La nostra perseveranza ha pagato: finalmente è stata calendarizzata in Commissione Lavoro alla Camera la proposta del @Mov5Stelle sul #salariominimo legale, a mia prima firma. Vedremo chi è contrario, chi è per il sì, chi per il nì. Chiudiamo la stagione delle paghe da fame.
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) March 15, 2023
Riavvolgiamo il nastro. Al termine del Question time dall’aula della Camera esce anche Elly Schlein. Va in buvette. Parla con Andrea Orlando (uno dei «cacicci» da combattere?), mentre fa uno spuntino. I giornalisti la attendono. Lei esce scortata dall’inseparabile portavoce e da Chiara Gribaudo, neo vicepresidente dem. Tranquillizza i giornalisti. «Pochi minuti e sono da voi». Parla con Gribaudo nel cortile di Montecitorio. Poi con Marco Sarraccino, possibile commissario del partito a Napoli. Il portavoce torna dai giornalisti: «Tra qualche minuto Elly farà una dichiarazione e vi darà una notizia». Fermiamoci un attimo qui.

Conte incassa, non interviene e scappa dal Transatlantico
Questa, al momento, la cronaca della giornata. Ma è anche la foto dello stato delle opposizioni in parlamento al governo Meloni. Schlein si prende la scena, sfida Meloni in Aula: «Lei, oggi, è al governo, ci sono io all’opposizione». Un “io” che da il senso del tutto. Conte, infatti, incassa. Non interviene in Aula, scappa dal Transatlantico. Ai suoi fa fare un’interrogazione sui mutui e sulla possibilità di prevedere un contributo di solidarietà a carico delle banche. Domanda che la premier rigira completamente trovando il modo per attaccare i cinque stelle di nuovo sul fronte Superbonus (da qui l’irritazione di Conte che ha parlato, come detto, di scorrettezza sul piano istituzionale).

«Certo che c’è spazio per un’opposizione comune, ma…»
Quelle banche che ora il Movimento vorrebbe tassare, hanno lucrato sulle norme volute dal M5s. E l’ex premier si becca pure, per l’ennesima volta, la canzonatura sul «gratuitamente» tanto decantato in campagna elettorale in riferimento al Superbonus. Se fosse un boxeur, si direbbe che Conte è all’angolo. I suoi in Transatlantico minimizzano. «Giuseppe è tranquillo, lavora», dicono. Anche altri non si sbilanciano. «Certo che c’è spazio per un’opposizione comune, ma con le rispettive prerogative».
I dem al presidio di sabato a Milano per i diritti civili
Intanto Schlein ha radunato i giornalisti. «Il Pd», dice, «aderisce al presidio di sabato a Milano, contro questo attacco molto duro ai diritti dei bambini e delle bambine in particolare delle famiglie omogenitoriali. Non si capisce come mai questa destra ce l’abbia così tanto con i bambini e le bambine». E torna in Transatlantico tranquilla. Per parlare con la capogruppo Debora Serracchiani. La segretaria dem si è presa la scena, «l’opposizione sono io», tutti parlano del suo duello con la premier. E la giornata non è nemmeno finita che già rilancia sul tema dei diritti. E ancora una volta Conte e il M5s sono costretti a inseguire.