Proprio da Elly, la leader di OccupyPd, la segretaria movimentista che ha cercato sin da subito di dare ai dem l’impronta di un partito tra la gente e non rintanato nei Palazzi, in molti non se lo aspettavano. Eppure Schlein è riuscita ad arrivare sui territori alluvionati dell’Emilia-Romagna persino dopo la premier Giorgia Meloni, anche lei criticata per non aver lasciato subito i lavori del G7 in Giappone per rientrare in Italia. Va bene evitare le passerelle, ma il ritardo ha creato spaesamento sul territorio, non foss’altro perché l’inquilina del Nazareno, oltre che segretaria del primo partito d’opposizione, è stata la numero due in Regione. E invece a guadagnare il centro della scena è stato soltanto – per carità, pure giustamente per il ruolo che riveste – il governatore e suo competitor alle Primarie, Stefano Bonaccini. Mentre lei si è limitata a esprimere solidarietà con una lettera sui social.
I fondi per il dissesto idrogeologico? Ci sono già 2,5 miliardi da spendere
Ma fosse solo il ritardo il problema. Anche a caldo, e quindi a poche ore dai fatti emiliani, non si può certo dire che la segretaria dem abbia colpito nel segno proponendo, nell’ambito delle modifiche al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), di «mettere più fondi sulla prevenzione del dissesto idrogeologico». Una ingenuità comunicativa non a caso subito cavalcata dalla maggioranza, che ha avuto gioco facile nell’evidenziare un’apertura dem rispetto all’idea di modificare il Piano. Il vero scivolone di Elly, tuttavia, consiste soprattutto nell’aver dato prova di non conoscere la ratio del Pnrr, nato non per fronteggiare emergenze contingenti. Senza contare, tra l’altro, che esso ha già stanziato fondi per 2,5 miliardi da spendere entro il 2026 per far fronte al dissesto e che, quindi, il problema non è tanto la carenza di risorse quanto la capacità di spenderle.

Arrembante sui diritti civili, più debole con le questioni economiche
Le questioni più prettamente economiche, del resto, non sono proprio il punto forte dell’inquilina del Nazareno che, si sa, è molto più preparata e soprattutto arrembante in materia di diritti civili. Temi che già le sono costati diversi mal di pancia nel partito e nella base. Per tacere degli addii: l’ultimo è stato quello di Enrico Borghi che abbandonando il Pd ha definito le prime scelte di Elly una «mutazione genetica».
I «cicli positivi della circolarità» per il termovalorizzatore: cioè?
Una cosa è sicura: se Schlein non ha remore e timori nel dire la sua sulla maternità surrogata, dichiarandosi a favore della gestazione solidale per altri, quando invece è in difficoltà, soprattutto rispetto a certe posizioni pregresse del partito, comincia a muoversi sulle uova, rifugiandosi in frasi del tipo «non ho ancora studiato il dossier», «ci confronteremo». Oppure si rifugia in incomprensibili arzigogoli, per non dire supercazzole. Come quella sui «cicli positivi della circolarità». Ma «uscendo dal modello lineare», Elly dixit, parlando di rifiuti e termovalorizzatore di Roma. Una tesi che naturalmente ha fatto impazzire i social e in generale ha destato attenzione, anche perché espressa durante la prima conferenza stampa della neo segretaria.

Le vacanze pasquali, l’armocromista e le difficoltà sulle nomine Rai
Neanche a dire a sua discolpa che forse era stanca, visto che c’erano da poco state le vacanze pasquali alle quali Elly non aveva rinunciato. Dopo aver completato, infatti, la sua segreteria, l’ex leader di OccupyPd aveva annunciato una pausa, suscitando pure allora non poche polemiche. Anche se, a proposito di scivoloni mediatici, quello che rimane al momento insuperato è l’annuncio di ricorrere alle consulenze di una armocromista per il suo abbigliamento. Inutile, quindi, per Elly lamentarsi poi che «delle donne, spesso, si parla più del loro aspetto che delle loro idee». Un conto però è la sfera personale e un altro il ruolo politico alla guida di un partito che la neo segretaria ha tutta l’intenzione di riportare ai vecchi fasti. Va bene cambiare l’immagine di una formazione da sempre considerata troppo attaccata al potere, ma da qui a non toccare palla ce ne passa. Ed è un po’ la sensazione che in molti hanno per esempio rispetto alla grande infornata di nomine Rai. Pure qui Elly non è pervenuta: dal Tg3 a Direzioni chiave quali Rai Cinema, Rai Fiction, Rai Cultura e Rai play continua a dominare incontrastata la filiera Franceschini–Gentiloni.

A Elly restano i ballottaggi per invertire un po’ la rotta
Comunque se non è proprio assente, il Pd targato Schlein lascia campo libero al Movimento 5 stelle, come pure lamentano i detrattori. Ed è proprio quello che è accaduto, una volta ottenuta la presidenza del Copasir con Lorenzo Guerini, prima con la partita della Vigilanza Rai e poi con l’elezione dell’ex ministro cinquestelle Alfonso Bonafede alla Giustizia tributaria. Non è andata meglio nelle scorse ore con l’Antimafia. Mentre Giuseppe Conte ha incassato una vicepresidenza con Federico Cafiero De Raho, Schlein ha portato a casa solo il segretario Antony Barbagallo. Senza contare, inoltre, le critiche che ha generato la scelta dem dell’Aventino con l’uscita dalla Commissione al momento dell’elezione alla presidenza di Chiara Colosimo, fedelissima di Meloni. Una strategia finita nel mirino persino del gruppo delle Autonomie che ha accusato i parlamentari Pd di incoerenza per essere rientrati tra i banchi solo per l’elezione di vicepresidenti e segretari. Insomma, tra ingenuità, assenze, ritardi e scivoloni, il Nazareno pare debba ancora trovare la sua strada. Certo, se i ballottaggi di domenica e lunedì sorridessero al Pd, sarebbero un buon viatico per Elly alla sua prima prova elettorale. E sarebbero un sollievo per chi tra i dem confida ancora in un effetto Schlein, anche in barba agli ultimi sondaggi che invece danno il Pd in leggera flessione.