Durante una deposizione sotto giuramento Rupert Murdoch, proprietario di Fox News, ha ammesso che diversi conduttori del canale televisivo hanno volutamente dato adito alla falsa narrativa di Donald Trump, secondo cui la vittoria di Joe Biden alle presidenziali Usa del 2020 è stata frutto di brogli elettorali. Il magnate, come riportato dal New York Times, ha fatto questa rivelazione durante una deposizione nel quadro della causa per diffamazione da 1,6 miliardi di dollari intentata da Dominion Voting Systems – azienda produttrice di hardware e software per il voto elettronico – contro Fox News e la sua società madre Fox Corporation. Nel corso della deposizione, Murdoch ha fatto i nomi dei conduttori Maria Bartiromo, Lou Dobbs, Sean Hannity e Jeanine Pirro.

Il mea culpa di Murdoch
Nella deposizione, Murdoch ha riconosciuto che avrebbe potuto ordinare a Fox News di non ospitare nei suoi programmi Sidney Powell e Rudy Giuliani, legali di Trump: «Avrei potuto. Ma non l’ho fatto. Con il senno di poi, avrei voluto fossimo stati più forti». In precedenti dichiarazioni in tribunale, gli avvocati di Dominion hanno sostenuto che i conduttori di Fox News, mentre promuovevano le affermazioni di Trump sulle elezioni rubate, nel privato le ritenevano in realtà ridicole. Sean Hannity, che ha spinto tale narrativa nel suo programma in prima serata, scriveva che il presidente uscente si comportava «come un pazzo», ma in una deposizione ha poi detto: «Non ho creduto per un secondo a ciò che sosteneva Powell». La legale aveva dichiarato che le macchine di Dominion avevano cambiato i voti espressi per Trump in preferenze per Biden. Descrivendo l’ossessione di The Donald di dimostrare che la vittoria gli era stata rubata, lo stesso Murdoch ha parlato di «una roba roba terribile che danneggia tutti». Il fatto che il canale fosse a conoscenza che quanto ammesso da Trump era falso, però, non significa che Fox sia adesso pronta ad “arrendersi” al risarcimento richiesto da Dominion.

La rete sapeva, ma ha continuato a dar voce a Trump
Eppure, la rete aveva continuato a fornire copertura televisiva ai sostenitori della narrativa della frode elettorale. In una conversazione riguardante il palinsesto del 5 gennaio 2020 – il giorno antecedente l’assalto a Capitol Hill – la Ceo di Fox News Suzanne Scott e Murdoch si confrontarono sull’opportunità di riconoscere o meno la sconfitta di Trump: «Dobbiamo stare attenti a non far arrabbiare gli spettatori», disse quel giorno l’ad al proprietario della rete.
LEGGI ANCHE: Sky News Australia promuoverebbe la disinformazione sul clima: lo studio

Secondo Fox News, in ballo c’è anche la libertà di stampa
Dominion Voting Systems ha citato in giudizio Fox News e Fox Corporation a marzo e novembre 2021 presso la corte superiore del Delaware, sostenendo che la rete televisiva via cavo ha amplificato false affermazioni secondo cui le macchine per il voto erano state utilizzate per truccare le elezioni del 2020. E da quanto è emerso, effettivamente è andata così: il canale ha volutamente dato spazio a fake news oppure ha sconsideratamente ignorato l’accuratezza di certe affermazioni. Da parte sua, Fox News sostiene che la copertura delle dichiarazioni di Trump e dei suoi avvocati fosse intrinsecamente degna di nota e che un’interpretazione “estrema” della legge sulla diffamazione «rischia di fermare i media nel loro cammino». Reuters ha riferito che un portavoce di Fox ha affermato che il punto di vista di Dominion sulla legge sulla diffamazione «impedirebbe ai giornalisti di fare ogni tipo di reportage». Secondo Laurence Tribe, professore di diritto ad Harvard, il processo che inizierà a metà aprile potrebbe rappresentare «una pietra miliare» nella storia della libertà di parola e della libertà di stampa. Lo ha detto al Guardian. «L’imputato ha ammesso per iscritto che stava inventando informazioni false per aumentare gli ascolti e dunque gli introiti. Non si era mai visto un caso di diffamazione con prove così schiaccianti».