Tutto ancora in gioco. Dalle elezioni del 14 maggio è uscita una Turchia spaccata in due. Da una parte Recep Tayyip Erdogan alla ricerca della riconferma dopo 20 anni al potere, dall’altra lo sfidante Kemal Kilicdaroglu, che ha saputo riunire tutti i partiti di opposizione, deciso a «riportare la democrazia» nel Paese. Il presidente uscente si è fermato al 49,2 per cento delle preferenze, dunque appena sotto al 50 per cento necessario per essere eletto al primo turno. L’avversario socialdemocratico Kilicdaroglu ha ottenuto il 45 per cento, mentre il terzo sfidante Sinan Ogan (candidato di una piccola coalizione di estrema destra) poco più del 5 per cento. Il candidato di destra Muharrem Ince, ritiratosi pochi giorni fa, ma dopo le votazioni all’estero, ha ottenuto lo 0,4. Sarà dunque necessario il ballottaggio, previsto per il 28 maggio.

I primi dati davano Erdogan ampiamente oltre la maggioranza assoluta
I primi dati a urne chiuse, nel tardo pomeriggio, indicavano Erdogan oltre il 58 per cento delle preferenze: secondo l’opposizione, ciò era dovuto al fatto che fossero stati contati e trasmessi prima i voti delle roccaforti tradizionali del presidente. In effetti, il divario si è via via assottigliato. Alle 18.25, la stampa governativa dava Erdogan al 54 per cento e Kilicdaroglu al 39 per cento. In serata, con oltre il 90 per cento delle schede scrutinate, il capo di Stato in carica è poi sceso sotto il 50 per cento necessario per essere eletto al primo turno.

Le accuse dell’opposizione guidata da Kilicdaroglu all’agenzia Anadolu
Nonostante lo svantaggio, l’opposizione ha più volte sostenuto di essere in testa e attaccando l’agenzia Anadolu, già finita al centro di scandali in passati appuntamenti elettorali, accusata di non rivelare correttamente i dati, se sfavorevoli a Erdogan. In un discorso in serata, ha poi affermato che il partito di governo Akp stava bloccando il sistema elettorale, presentando obiezioni ai risultati: «Non bloccate la volontà della nazione. Il Paese non ha più pazienza per l’instabilità. Non potete gestire la situazione con la manipolazione, non abbiate paura della volontà della gente». E poi: «Nonostante tutte le sue calunnie e insulti, Erdogan non ha ottenuto il risultato che si aspettava. Nessuno dovrebbe cercare il fatto compiuto. Le elezioni non si vincono sui balconi».

Così invece Erdogan: «Siamo chiaramente in testa, rispettiamo queste elezioni e rispetteremo le prossime». Anche il presidente turco ha contestato a le informazioni che venivano diffuse dai suoi avversari, mentre il portavoce del suo partito ha accusato l’opposizione di non voler accettare un risultato sfavorevole. L’opposizione ha impiegato diverse prima di ammettere di non aver ottenuto la vittoria e lo stesso ha fatto Erdogan, che ha atteso fino all’ultimo lo spoglio dei voti provenienti dall’estero.

Erdogan si conferma nelle campagne, Kilicdaroglu vince in gran parte del Sud-Est
Altissima l’affluenza: alle elezioni per il rinnovo della presidenza della Repubblica ha votato l’88,44 per cento degli aventi diritto, mentre per le elezioni parlamentari l’affluenza è arrivata ha sfiorato il 90 per cento. Lunghissime le file ai seggi di tutte le città. «Mi auguro che stasera ci siano benefici per la democrazia turca», aveva detto Erdogan dopo aver votato a Uskudar, quartiere sulla sponda asiatica di Istanbul. Arrivato con la moglie moglie Emine, prima del voto aveva distribuito soldi a dei bambini.
#Erdogan hands out money to children before voting in Istanbul pic.twitter.com/nzEcN8NVBo
— Freedom Truth Honor 🇺🇳 (@FreedomHonor666) May 14, 2023
Kilicdaroglu, leader del partito laico di centrosinistra Chp, ha trionfato in gran parte del Sud-Est della Turchia a maggioranza curda, mentre Erdogan si è confermato nelle campagne e nei suoi “feudi” dell’Anatolia centrale. È la prima volta in vent’anni, ossia da quando è al potere in Turchia, che il capo dello Stato è costretto a un ballottaggio.