Nonostante sia rinchiuso in carcere, Alexey Navalny sta lavorando con i suoi a un piano per boicottare i candidati di Russia Unita, il partito di Putin, influenzando le elezioni parlamentari del 17 settembre. Il progetto, già collaudato in passato, si chiama Smart Voting. Prima di andare alle urne, gli elettori possono consultare su smartphone attraverso una app i nomi a cui dare la preferenza, indipendentemente dal partito a cui appartengono. L’obiettivo è convogliare i voti su candidati anti Russia-Unita in grado di battere i putiniani in ciascuno dei 225 distretti elettorali del Paese.
Smart Voting: si punta sui candidati del Partito comunista
Visto che molti candidati di opposizione sono già stati esclusi dalle liste, soprattutto dopo che la Fbk, la Fondazione anticorruzione di Navalny, è stata dichiarata estremista, la maggior parte dei candidati spinti dall’organizzazione del blogger proviene dal Partito comunista, oggi la seconda forza della Duma con 43 seggi su 450. Il che potrebbe rivelarsi un boomerang. I comunisti negli ultimi anni infatti hanno appoggiato Putin votando per l’innalzamento dell’età pensionabile, l’abolizione dei prezzi calmierati delle utenze per gli anziani e persino per l’annessione della Crimea nel 2014. Senza contare che il leader comunista Gennady Zyuganov ha tessuto apertamente le lodi di Stalin. L’unico partito liberal presente nell’elenco è Yabloko, fondato nel 1993, lo stesso che aveva cacciato Navalny nel 2008 per le sue opinioni nazionaliste e la partecipazione ai raduni di estrema destra. Insomma non è detto che il collante anti-Putin sia sufficiente per spingere i russi ad aderire al piano.
Navalny in picchiata nei sondaggi, Russia Unita intorno a un deludente 30 per cento
L’impresa per il leader dell’opposizione è dunque titanica. Il gradimento di Navalny in patria, secondo il Levada Center, non supera infatti il 14 per cento. Vero è che l’azione di disturbo agita comunque il Cremlino. Russia Unita, che ora ha 334 seggi alla Duma su 450, veleggia intorno al 29-30 per cento, ben al di sotto del 54,2 per cento con cui vinse alle ultime elezioni. La vittoria del partito di Putin però è data per certa. Infine il 17 settembre, giorno delle elezioni, Apple e Google hanno rimosso l’app dalle rispettive piattaforme. «Cancellare l’applicazione di Navalny dalle piattaforme è un atto increscioso di censura politica», ha scritto su Twitter Ivan Jdanov, direttore dell’organizzazione Alexey Navalny e del Fondo per la lotta alla corruzione. «Il governo autoritario e la propaganda russa ne saranno contenti».
Alexei Navalny alle urne nel 2019 (Getty Images).
Le contromosse del Cremlino per neutralizzare lo Smart Voting
Lanciato il 28 novembre 2018, lo Smart Voting ha debuttato in occasione delle elezioni per il governatore di San Pietroburgo e l’anno successivo in quelle per la Duma. Alle Regionali dello scorso anno Russia Unita, stando a quanto dichiarato da Navalny, lo Smart Voting avrebbe fatto perdere a Russia Unita la maggioranza in tre città. Naturalmente i tribunali hanno messo all’indice il sito Smart Voting ordinando a Google e Yandex, il più grande motore di ricerca russo, di oscurarne la ricerca. La portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova aveva addirittura dichiarato che gli sviluppatori dell’app sono «in qualche modo collegati al Pentagono». Il ministero degli Esteri russo Sergei Lavrov la scorsa settimana aveva convocato l’ambasciatore Usa a Mosca, John J. Sullivan, per presentare quella che ha descritto come «prova incontrovertibile della violazione della legge russa da parte dei ‘giganti digitali’ americani nel contesto della preparazione e dello svolgimento delle elezioni». Pressioni che evidentemente hanno sortito l’effetto desiderato. Tutto questo non aveva però impedito ai sostenitori di Navalny di continuare a lavorare al progetto in clandestinità. «Vogliamo che il maggior numero possibile di candidati anti- Cremlino siano eletti», ha detto in un’intervista telefonica al New York Times Ruslan Shaveddinov, uno degli uomini di Navalny. «Questo, in ogni caso, crea turbolenze nel sistema, che è molto, molto importante per noi».