A differenza di quanto accaduto lo scorso 25 settembre, quando si è votato in un solo giorno, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto con cui estende a due giornate le operazioni di voto in vista delle regionali in Lazio e Lombardia. Nelle due Regioni si voterà per eleggere il presidente e i nuovi governi locali. La bagarre per le candidature è entrata nel vivo, quando mancano ormai quasi due mesi alla chiamata alle urne. Si voterà, infatti, il 12 febbraio 2023. E grazie al decreto le operazioni si chiuderanno il giorno dopo, il 13 febbraio, alle ore 15.

Elezioni regionali: si vota in due giorni
A chiedere il voto spalmato in due giorni era stato ieri il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Un ritorno al periodo della pandemia, quando la scelta era stata presa per evitare assembramenti ai seggi. Stavolta, però, l’obiettivo è diverso. Per il leader della Lega, sostenuto anche dal governatore della Lombardia Attilio Fontana e da Fratelli d’Italia, la due giorni condurrà a una diminuzione dell’astensionismo e a una maggiore partecipazione al voto. Con buona pace dei costi, che invece aumenteranno per operazioni che richiederanno più tempo.

Fontana e Righini in prima linea
Nei giorni scorsi era stato Attilio Fontana a lanciare l’appello: «Il 12 febbraio sicuro, adesso bisogna cercare di capire se il governo stia valutando se fare anche il 13 febbraio o fare solo il 12. A breve dovremmo avere delle risposte». Al suo fianco, dal Lazio, si era schierato Giancarlo Righini, di Fratelli d’Italia. «Dato che ogni volta politici e politologi esprimono preoccupazione per la ridotta affluenza alle urne mi domando perché ci si ostina a limitare le consultazioni elettorali alla sola domenica», ha dichiarato. «Anche le prossime Elezioni Regionali sembra purtroppo siano destinate a tenersi nella sola data del 12 febbraio, come annunciato dal presidente vicario Leodori. Sarebbe invece opportuno estendere l’apertura dei seggi ad un secondo giorno. Stabilendo qualche ora in più per votare, si garantirebbe una maggiore partecipazione democratica ai cittadini».