Elezioni di midterm, perché per Trump è una mezza sconfitta

Matteo Innocenti
09/11/2022

Trump fa buon viso a cattivo gioco: diversi candidati repubblicani da lui sostenuti sono stati sconfitti alle midterm, mentre altri con cui è in pessimi rapporti hanno vinto. In Florida si conferma governatore Ron DeSantis, volto dei trumpiani stanchi di The Donald, che potrebbe sfidarlo nelle Primarie dell’Elefantino.

Elezioni di midterm, perché per Trump è una mezza sconfitta

Donald Trump ha vissuto un 2022 da kingmaker, almeno nelle sue intenzioni: in vista delle elezioni americane di metà mandato ha fornito più di 300 endorsement, partecipato a oltre 30 comizi e raccolto decine di milioni di dollari per sostenere i “suoi” candidati alle urne. Lo spoglio avrebbe dovuto certificare una posizione ancora prominente nel Grand Old Party, in vista delle Presidenziali del 2024, ma non è andata esattamente così. Al di là dell’avanzata dell’Elefantino alla Camera (mentre il Senato resta in bilico), conta infatti anche chi ha vinto e perso il seggio in parlamento e la poltrona da governatore. Eh già, perché tra repubblicani eletti, non eletti ed eletti ma non graditi a The Donald, quella organizzata a Mar-a-Lago è stata una festa a metà.

Prima di concentrarci sui cavalli trumpiani vincenti e perdenti, una piccola digressione. As usual, l’ex presidente degli Stati Uniti ha denunciato brogli elettorali. Dopo alcuni problemi tecnici in Michigan e Arizona, ha scritto sul suo social Truth: «Sta accadendo la stessa cosa che successe nel 2020 con i brogli elettorali?». Nella contea di Maricopa, sotto cui ricade Phoenix, è stato respinto un ricorso del Partito repubblicano per posticipare la chiusura dei seggi, mentre a Detroit ci sono state difficoltà con il voto per procura.

I candidati trumpiani che non hanno ottenuto la poltrona

Per quanto riguarda i candidati repubblicani apertamente sostenuti da Trump, smacco in Pennsylvania dove il democratico John Fetterman ha sconfitto Mehmet Oz nella corsa al Senato più costosa del Paese. Sempre in Pennsylvania, Doug Mastriano è stato superato nettamente da Josh Shapiro nella sfida per diventare governatore. Sconfitta ancor più netta per Dan Cox nel Maryland, stracciato dal democratico Wes Moore. Niente poltrona al Congresso nemmeno per J.R. Majewski in Ohio, Karoline Leavitt nel New Hampshire e Yesli Vega in Virginia, candidati alla Camera, così come per Don Bolduc, battuto da Maggie Hassan nella corsa al Senato nel New Hampshire.

Elezioni di midterm, Donald Trump esulta ma per l'ex presidente l'esito della votazioni è una mezza sconfitta.
Don Bolduc, candidato dell’Elefantino al Senato per il New Hampshire: ha invece vinto la dem Maggie Hassan (Getty Images)

Una sconfitta, questa, che Trump avrà accolto comunque con il sorriso: a metà ottobre aveva etichettato Bolduc «repubblicano solo di nome» ma non nei fatti, esortando gli elettori a votare per la candidata democratica. La sua colpa? Nel 2020 non aveva appoggiato Trump nella denuncia dei brogli dopo le presidenziali. Stesso discorso per Joe O’Dea, sconfitto da Michael Bennet per il Senato in Colorado: le sue posizioni a favore del matrimonio tra persone dello stesso sesso e dell’aborto fino alla 20esima settimana hanno reso gelidi i rapporti con l’ex inquilino della Casa Bianca.

Elezioni di midterm, Donald Trump esulta ma per l'ex presidente l'esito della votazioni è una mezza sconfitta.
Joe O’Dea, candidato al Senato in Colorado: è stato battuto da Michael Bennett (Getty Images)

DeSantis, quando la vittoria repubblicana è un grattacapo 

Tra gli eletti a cui Trump aveva fornito il proprio endorsement figurano i senatori Ted Budd (Carolina del Nord), Katie Britt (Alabama) e Eric Schmitt (Missouri). Trumpiani di ferro, che siederanno per sei anni nella Camera alta del Congresso a stelle e strisce. Il problema, per The Donald, è che anche le vittorie possono portare a dei grattacapi. È il caso di Ron DeSantis, stra-vincitore (ha sfiorato il 60 per cento) in Florida, dove era diventato governatore per un soffio nel 2018, è sempre più il volto dei trumpiani stanchi di Trump e potrebbe sfidarlo alle primarie dell’Elefantino in vista delle presidenziali del 2024. L’ex presidente Usa ha iniziato la giornata dell’8 novembre andando a votare proprio per lui, a Palm Beach. All’uscita dal seggio, ha dichiarato di aver accordato la propria preferenza a DeSantis, aggiungendo però che la sua candidatura alle Primarie «sarebbe un errore» e di essere pronto a rivelare scottanti informazioni su di lui: «Penso che potrebbe farsi molto male. Se si candida dirò cose che non saranno molto lusinghiere. So di lui più di chiunque altro, tranne forse sua moglie».

Elezioni di midterm, Donald Trump esulta ma per l'ex presidente l'esito della votazioni è una mezza sconfitta.
Ron DeSantis, confermato governatore della Florida, e dietro la moglie Casey (Getty Images)

«Ho appena iniziato a combattere», ha dichiarato DeSantis celebrando la riconferma. 44 anni, ex militare, contro qualunque tipo di interruzione di gravidanza dopo le 15 settimane e ogni restrizione sulle armi da fuoco, favorevole all’uso medico della marijuana ma non alla legalizzazione per uso ricreazionale, scettico sul cambiamento climatico: in ogni caso per la Casa Bianca non correrebbe certo un progressista.

I Georgia hanno vinto i conservatori che hanno “tradito” Trump

Un’altra vittoria “dolorosa” per The Donald è quella di Brian Kemp, governatore repubblicano ma non trumpiano che ha ottenuto la riconferma in Georgia, ai danni della dem Stacey Abrams. Kemp riconobbe la legittimità della vittoria di Joe Biden alle presidenziali del 2020 e da allora ha pessimi rapporti con il tycoon. Sempre in Georgia è stato confermato segretario di Stato il repubblicano Brad Raffensperger, che nel 2020 balzò agli onori delle cronache per aver disubbidito a Trump, che di fronte alla vittoria di Biden nello Stato gli chiese di trovargli 12 mila voti. Da allora Raffensperger è considerato un traditore dai trumpiani.

Elezioni di midterm, Donald Trump esulta ma per l'ex presidente l'esito della votazioni è una mezza sconfitta.
Donald Trump durante l’evento di Mar-a-Lago: in tv il risultato dell’Ohio (Getty Images)

Rapporti freddi con il nuovo senatore dell’Ohio

Il repubblicano J.D. Vance, balzato agli onori delle cronache per il suo libro Elegia americana, divenuto poi un film su Netflix, ha vinto in Ohio battendo nella corsa al Senato il democratico Tim Ryan. Vance a lungo aveva osteggiato Trump, riavvicinandosi di recente al tycoon: ma nel discorso con cui ha celebrato la vittoria ha ringraziato 34 persone e The Donald non era una di loro. «174 vittorie e 9 sconfitte. Una grande serata e media delle fake news, insieme ai loro complici democratici, stanno facendo tutto il possibile per sminuire. Lavoro fantastico da parte di candidati davvero fantastici»: recitava così l’ultimo post su Truth pubblicato da Trump ieri sera. Quando si dice fare buon viso a cattivo gioco.