All’indomani delle elezioni politiche, Enrico Letta non ha nascosto l’insoddisfazione per il risultato ottenuto dal Partito Democratico. Una percentuale che l’ha spinto ad annunciare di non volersi ricandidare alla segreteria della forza politica, consapevole che questa necessiti di un rinnovamento.
Elezioni, Enrico Letta non si ricandida alla segreteria del PD
Durante la conferenza stampa convocata la Nazareno, il leader dem ha innanzitutto constatato la vittoria del centrodestra e dato la colpa a Giuseppe Conte per aver fatto arrivare Giorgia Meloni al governo: «Ci aspettano giorni duri, per l’Italia. Se siamo arrivati ad un esecutivo guidato da Fratelli d’Italia è a causa del leader pentastellato che ha fatto cadere il governo ed è stato il punto scatenante». Accuse ad Azione che ha definito un «fuoco amico», come dimostrato dalla candidatura di Calenda nel collegio di Emma Bonino che ha finito per aiutare l’elezione della candidata di destra.
Quindi l’annuncio di una strenua opposizione alla prossima squadra governativa: «Faremo opposizione con tutte le nostre forze. Non permetteremo che l’Italia si stacchi dai valori europei e dai profondi valori della Costituzione. Quindi opposizione dura, intransigente e sforzo massimo da domani per pensare al futuro».
«Sfida epocale, serve un rinnovamento»
E, proprio proposito di futuro, è arrivato l’annuncio sulla sua non ricandidatura alla guida del partito:
«Serve un nuovo Partito Democratico, non mi ricandido segretario. Sarà un congresso di profonda riflessione, sul concetto di una nuova forza che sia all’altezza di questa sfida epocale, di fronte a una destra che più destra non c’è mai stata. Assicurerò con spirito di servizio la guida del Pd fino al congresso a cui, ripeto, non mi presenterò da candidato». Parole che giungono dopo la constatazione di «un risultato insoddisfacente» (ndr il 19%) e del fatto che «ce l’abbiamo messa tutta ma non è stato abbastanza».