Le elezioni parlamentari in Grecia, che si sono tenute ieri, hanno registrato la vittoria del principale partito di centrodestra Nea Demokratia, guidato dal primo ministro uscente Kyriakos Mitsotakis. Al secondo posto con il 20 per cento delle preferenze Syriza, il più importante partito di sinistra il cui leader è Alexis Tsipras, già premier fra il 2015 e il 2019. Il PASOK, di centrosinistra, ha invece ottenuto il 12 per cento dei voti. Una vittoria schiacciante quella di Nea Demokratia. Ma, in virtù di questi risultati e dell’attuale sistema proporzionale semplice in vigore in Grecia, non otterrà la maggioranza assoluta nel Parlamento (151 seggi su 300): Mitsotakis ha già fatto intendere che vuole andare a nuove elezioni che gli consentiranno, se confermerà le preferenze ottenute ieri, di avere la maggioranza assoluta.

Dalle prossime elezioni tornerà il premio di maggioranza
Le elezioni parlamentari di ieri sono state le prime 1990 in cui non si è stato applicato il premio di maggioranza di 50 seggi, abolito da una legge del 2016, bensì il sistema proporzionale semplice. Tre anni fa, subito dopo essere tornato al potere, Nea Demokratia ha approvato una nuova proposta di legge elettorale per reintrodurlo, che entrerà in vigore dalle prossime elezioni: quando i greci torneranno a votare, al partito vincente basterà il 37 per cento delle preferenze per governare con la maggioranza assoluta dei seggi.

Mitsotakis dovrebbe rinunciare al mandato esplorativo
«Correremo più velocemente, per migliori stipendi, posti di lavoro, un migliore sistema sanitario, una Grecia più forte», ha dichiarato Mitsotakis. «La matematica della rappresentanza proporzionale porta a vicoli ciechi», ha aggiunto. Come fatto trapelare da fonti del suo partito: Mitsotakis intende rinunciare a un mandato esplorativo per ripresentarsi al voto il 25 giugno, in modo da poter formare – con un medesimo esito delle urne – un governo monocolore. Ieri ha votato il 56,1 per cento degli aventi diritto, affluenza quasi identica a quella della tornata elettorale del 2019. Oltre alla vittoria schiacciante di Nea Demokratia, le elezioni hanno registrato come detto la debacle di Tsipras e anche quella dell’ex ministro delle Finanze Yanis Varufakis: il suo partito di sinistra MeRA25 ha ottenuto solo il 2,5 per cento dei voti, al di sotto della soglia di sbarramento del 3 per cento.