Liste, il rinnovamento minimal del M5s
C'era una volta il M5s del rinnovamento, pronto a portare una ventata d'aria fresca in Parlamento. Oggi a vedere le liste, una buona parte dei candidati (anche capilista) sono onorevoli uscenti: da Currò a Barzotti, da L'Abbate ad Ascari.
C’era una volta il Movimento 5 stelle alfiere del rinnovamento, capace di portare volti nuovi in Parlamento. Con il voto del 25 settembre, però, l’ondata è destinata a fermarsi, nonostante la conferma della regola dei due mandati. A conti fatti le new entry pentastellate saranno al massimo una quindicina di eletti, calcolando circa 50 parlamentari conquistati, si tratta di meno di un terzo del totale.
I blindati di Conte tra volti nuovi e uscenti
Per fare una prima stima non occorre attendere l’esito elettorale: basta scorrere le liste presentate da Giuseppe Conte e individuare chi è stato piazzato in una posizione sicura. E paradossalmente proprio i “blindati” del leader consentiranno un minimo di ricambio, a cominciare dall’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, e dalla sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, oggi anche una delle vice del M5s. A loro si aggiungono l’ex procuratore antimafia, Federico Cafiero de Raho, il pm Federico Scarpinato, il docente Livio De Santoli, il notaio del Movimento, Alfonso Colucci, e l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Per loro si profila la prima legislatura della vita. A far da contraltare ci sono gli uscenti, giudicati intoccabili per Conte, da Riccardo Ricciardi a Mario Turco, passando per la capogruppo al Senato, Mariolina Castellone, e al suo predecessore nell’incarico, Ettore Licheri. In palio restano quindi tra i 35 e i 40 seggi: la gran parte dei quali spetteranno a vecchie conoscenze di Camera e Senato. Le ulteriori novità potranno essere una decina o poco più. In alcuni casi potrebbero maturare addirittura dei ritorni, come Bruno Marton, ex senatore e capolista per un posto a Palazzo Madama, candidato in Brianza, ed Enrico Cappelletti, presente a Padova e Rovigo.

Chi spera in un seggio a Montecitorio
A Montecitorio la chance di essere eletti è relativa solo ai primi in lista o a chi è collocato dietro i big “pluricandidati”, come Conte che corre in Lombardia, in due circoscrizioni, in Campania, in Puglia e in Sicilia. La sua elezione scatterà ovviamente solo in una circoscrizione, lasciando spazio a chi lo segue nelle circoscrizioni in cui la lista prenderà più voti come previsto dal Rosatellum (il seggio per i pluricandidati scatta dove ne prendono meno come lista). A Napoli, quindi, ha grandi speranze Gilda Sportiello, deputata uscente, considerata sempre l’anima di sinistra del Movimento, molto vicina al presidente della Camera Roberto Fico. Stessa speranza anima Stefania Mammì, piazzata alle spalle del presidente in Lombardia: il ritorno in Parlamento non è una chimera, così potrebbe non esserlo per Valentina D’Orso, avvocata Sicilia, molto attiva in commissione Giustizia nella scorsa legislatura. A Palermo è lei a seguire il leader. Discorso simile riguarda l’esperto di digitale del M5S, Luca Carabetta, che in Piemonte è alle spalle di Appendino e spera nell’elezione.
Giovanni Currò (da Fb).
La carica dei capilista già parlamentari
Tra i capilista ci sono in tanti a vedere il voto con ottimismo, come nel caso di Giovanni Currò e Valentina Barzotti presenti in un’altra circoscrizione in Lombardia. In Emilia-Romagna, altri due uscenti con buone chance di farcela sono Davide Zanichelli, finora in commissione Finanze, e Stefania Ascari, che si è intestata – pur senza farsi notare in maniera particolare – le battaglie sui diritti per le donne e le politiche antimafia. L’elenco continua scendendo in Puglia, dove ci sono tutti uscenti come capilista: i senatori uscenti, Gianmauro Dell’Olio, Patty L’Abbate, e il salentino Leonardo Donno. In Calabria può scattare Vittoria Baldino, fedelissima di Conte e molto apprezzata dal suo portavoce Rocco Casalino, che è seconda dietro Cafiero de Raho, che ha già un seggio blindato in Emilia-Romagna. E in Sicilia, oltre alla già citata D’Orso, possono rientrare Angelo Raffa, Luciano Cantone, e Filippo Scerra, un tris di uscenti. Al Senato il trend è lo stesso: in Campania, per esempio, dovrebbe entrare la deputata uscente, Anna Bilotti, collocata dietro Patuanelli che dovrebbe essere eletto in un’altra circoscrizione. Anche alle spalle di Turco, presente sia in Basilicata e in Puglia, ci sono altre due uscenti, Naturale Gisella e Agnese Gallicchio. Nel Lazio c’è Alessandra Maiorino come capolista, in Emilia-Romagna Marco Croatti e Maria Laura Mantovani, che hanno già attraversato la legislatura che sta finendo.

Le novità: da Ida Carmina a Samuel Sorial (fratello di Giorgio)
E quindi chi possono essere i nomi nuovi del Movimento? Oltre ai “blindati” di Conte, è possibile che faccia il suo esordio nei Palazzi Ida Carmina, ex sindaca di Porto Empedocle nota per aver assunto posizioni sulle politiche migratorie affini al centrodestra. Fino a parlare di superare il tabù del blocco navale. Buone speranze anche per l’ex assessore al Comune di Torino, e in Lombardia per Antonio Iaria, Monica Ferraris, già candidata alle Europee del 2019, e Samuel Sorial, fratello dell’ex deputato Giorgio Sorial. Nell’alto Lazio c’è l’attivista Simona Sassara. In Veneto sono presenti vari capilista, da Cristina Manes ad Antonietta Benedetti, che però corrono in una regione in cui il Movimento 5 stelle non ha particolarmente presa. Ancora meno ricambio è messo in conto al Senato, dove hanno ottime possibilità in Lombardia Elena Sironi e Anna Maria Bonettini, in Liguria Luca Pirondini, e in Veneto Flavio Baldan. Un rinnovamento minimalista, dunque, per chi ha abituato la politica per rivoluzionare i Palazzi.
