Le elezioni 2022 porteranno a un Parlamento più snello. Parte la riforma per il taglio del numero dei parlamentari già da questa elezione. Quindi, il numero totale degli eletti sarà 600, divisi tra Camera e Senato. Si riduce quindi il rapporto tra singolo deputato e numero di persone rappresentate. Se prima c’era un deputato ogni 100mila abitanti – in Italia la popolazione è di circa 57 milioni – ora ci saranno 0,66 parlamentari su 100mila abitanti. Così l’Italia è diventata il Paese europeo con il rapporto minore tra numero di deputati e senatori e cittadini rappresentati.
Elezioni 2022, composizione del nuovo parlamento
La composizione del nuovo parlamento vede 400 deputati e 200 senatori. Certo, per via del bicameralismo perfetto, la Camera e il Senato hanno funzioni identiche. Infatti, per l’iter legislativo è importante che entrambe le Camere siano d’accordo prima che la legge passi al vaglio del Presidente della Repubblica, che resterà Mattarella. Il taglio è di circa il 36,51% dei parlamentari. Le funzioni resteranno le stesse.

Dando un’occhiata alle Regioni, a perdere più rappresentanti sono le Regioni che hanno più popolazione, quindi che hanno diritto a più parlamentari secondo la Costituzione. La Regione più sfavorita in tal senso sarebbe la Basilicata, che perderebbe il 46,15% dei parlamentari, con i deputati che scendono da 6 a 4 e i senatori che scendono da 7 a 3. È anche vero che questo potrebbe consentire alle Regioni con meno abitanti di far sentire di più la loro voce, ma questa è un’ipotesi.
È solo per il 2022?
In realtà no, non è solo per il 2022. La riforma resterà tale finché in Parlamento non ci sarà una proposta per rimuoverla. Certo il problema resterebbe quello della legge elettorale, che è stata messa in vigore prima del taglio dei parlamentari. Per questo, è stata adattata alle nuove esigenze.

Si riduce anche il numero di commissioni al Senato, che passano da 14 a 10.