Da Nordio a Scarpinato: chi sono gli ex pm candidati
Il meloniano Nordio. I pentastellati Cafiero De Raho e Scarpinato. La salviniana Matone. L'antisistema Ingroia. De Magistris di Unione Popolare. E l'uscente Ferri del Terzo polo. La carica degli ex magistrati in lista.
Sarà un Parlamento a misura di toga quello che si insedierà il prossimo 13 ottobre, a causa dell’incremento di ex magistrati che si accomoderanno, urne permettendo, tra gli scranni di Camera e Senato. E con un sorpasso del centrodestra sul centrosinistra. Tra i nomi più noti ce ne sono in lizza almeno sette, di cui quattro hanno praticamente la certezza di trovare un posto in virtù del posizionamento ottenuto in lista. Gli uscenti sono tre: non sono candidati Pietro Grasso, che alle Politiche del 2018 era leader di LeU ma che è stato scaricato da tutti i partiti del centrosinistra, e Giusi Bartolozzi, eletta con Forza Italia, da cui è uscita in seguito a divergenze in materia di Giustizia. È presente, invece, con il Terzo polo Cosimo Ferri, ex sottosegretario e attuale deputato di Italia viva. Per lui, tuttavia, il posto in lista non garantisce l’elezione, lasciando a zero la casella degli ex magistrati rieletti.

Nordio, punta di diamante di Meloni e Matone per Salvini
Al loro posto, tuttavia, scalpitano dei colleghi pronti a scendere in politica. Non passa di certo inosservato Carlo Nordio, storico procuratore aggiunto di Venezia, dove è stato titolare dell’inchiesta sulla realizzazione del Mose. Nella sua carriera si è occupato anche di indagini sulle Brigate rosse e su Tangentopoli. Da qualche anno è editorialista de Il Messaggero, caratterizzandosi per un imprinting garantista. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, stravede per lui, tanto da averlo scelto come candidato di bandiera per il Quirinale. Ora arriva la candidatura che, secondo rumors di Palazzo, è il preludio all’incarico di ministro della Giustizia.

Sempre dalle parti del centrodestra, Matteo Salvini ha garantito un seggio in Parlamento a Simonetta Matone, che ha sempre stimato. Non è un mistero che avrebbe voluto candidarla come sindaco di Roma contro Roberto Gualtieri. Invece ha dovuto accontentarsi di essere seconda del ticket, risultato perdente, con Enrico Michetti. Matone è stata per 17 anni, dal 1991 al 2008, pm al Tribunale dei minori e dal 2018; è diventata poi sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma. Un ruolo abbandonato nel 2021 proprio per avviare il percorso in politica.

Cafiero de Raho e Scarpinato in corsa con il M5s
Il Movimento 5 stelle, che da sempre si vanta della battaglia per la legalità, ha inserito due nomi altisonanti provenienti dalla magistratura, come quello dell’ex procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho. La sua carriera è legata al processo Spartacus che ha visto sul banco degli imputati 115 persone, quasi tutte legate al clan dei Casalesi, tra cui il ben noto boss “Sandokan” Schiavone. Nel 2006 è stato nominato procuratore aggiunto a Napoli e dopo sette anni è diventato procuratore capo a Reggio Calabria. Nel 2017 l’ultimo passaggio significativo nella magistratura: è stato indicato come erede di Franco Roberti, che nel 2019 è entrato in politica con il Pd alle Europee, al vertice della Procura nazionale antimafia. Nelle scorse settimane ha accolto la proposta di Conte di rappresentare, seppure da indipendente, il M5s nella prossima legislatura.

Roberto Scarpinato è l’altro ex pm messo in campo dall’avvocato di Volturara Appula. Anche in questo caso il profilo è quello del magistrato in prima linea contro la mafia. Scarpinato vanta una collaborazione con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nell’arco della sua carriera ha indagato sulla strage di via D’Amelio, arrivando quindi nel 2013 al ruolo di procuratore generale della Corte d’appello di Palermo.

Il terzo tentativo (antisistema) di Ingroia
La sua figura ha spesso attirato l’attenzione per l’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia che lo ha visto molto affine ad Antonio Ingroia, un altro ex pm che ci riprova con la politica. Per Ingroia è addirittura il terzo tentativo: l’esordio è stato come leader di Rivoluzione civile nel 2013, che segnò una cocente delusione, la seconda corsa è arrivata cinque anni dopo la Lista del popolo per la Costituzione, che ha a malapena superato lo zero virgola. Entrambe le candidature sono insomma andate male. Adesso, invece, è in corsa con Italia sovrana e popolare, che unisce i comunisti di Marco Rizzo ad altri profili del mondo radicale novax e antisistema. Prima dell’impegno politico, è assurto agli onori della cronaca per aver chiesto il rinvio a giudizio di 13 persone, tra cui l’ex ministro dell’Interno, Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza. Nonostante la tenacia, appare difficile che possa riuscire l’ingrosso in Parlamento al terzo colpo.

De Magistris tenta il salto in Parlamento
Qualche chance in più c’è per Luigi de Magistris, leader della sinistra radicale di Unione popolare, nonché ex magistrato noto per le sue inchieste dirompenti tra criminalità, economia e politica. Durante il percorso da pm è stato oggetto di critiche e anche di un duro scontro con l’allora ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che chiese al Csm il trasferimento da Catanzaro di de Magistris, che stava conducendo l’inchiesta toghe lucane. Ma sono storie che si perdono del tempo: da oltre un decennio è un politico di professione. La prima grande vittoria è stata l’elezione a sindaco di Napoli nel 2011, quando si presentò come un civico a capo del Movimento arancione. Nel 2016 è stato rieletto, portando al termine il mandato. A 55 anni tenta il salto in Parlamento. Una speranza che invece è stata vanificata per Luca Palamara, che aveva manifestato la volontà di correre alle elezioni con la lista Oltre il sistema. L’ex presidente dell’Anm, finito nella bufera giudiziaria, non è riuscito a raccogliere le firme necessarie per partecipare al voto.