Elena Di Cioccio: «Picchiata a sangue da un ex e lasciata sull’asfalto, tentai il suicidio»

Elena Mascia
30/03/2023

Le parole della donna per VF: «Ci concentriamo sempre sulle botte e poco sulla violenza psicologica. Avere paura tutti i giorni che stia per succedere qualche cosa è un continuo fare a pezzi la tua autonomia. Io avevo toccato il fondo».

Elena Di Cioccio: «Picchiata a sangue da un ex e lasciata sull’asfalto, tentai il suicidio»

Una confessione lunga e impattante quella rilasciata durante un’intervista a Vanity Fair da Elena Di Cioccio, che è stata anche ospite alla trasmissione Le Iene dove ha proseguito il suo sfogo rivelando di essere sieropositiva da 21 anni. Non più contagiosa grazie alle cure che hanno accompagnato la maggior parte della sua vita, ha raccontato per il settimanale VF: «A 15-16 anni ero difficile, a 18 incazzatissima, facevo uso di cocaina, avevo una proprietà di linguaggio che mi permetteva di intavolare discussioni e non avevo paura di niente, fuori. Dentro, di tutto».

Elena Di Cioccio: «Picchiata a sangue da un ex»

Torna così a quel giorno maledetto che ricorda con queste parole: «Sono stata picchiata a sangue da un ex fidanzato e lasciata sull’asfalto». La violenza e poi il percorso di uscita dalla dipendenza da sostanze: «Mi è capitato di trovarmi in situazioni dove la coca girava, certo. Ma non ho ceduto. Oggi non fumo, non bevo, non sono neanche addicted dello yoga che pratico».

Quando le viene posta la domanda sulla scoperta di essere sieropositiva a soli 26 anni, descrive quel giorno che ricorda perfettamente: «Era l’11 febbraio 2002 quando ho saputo dagli esami del sangue, che facevo ogni sei-otto mesi, compreso il test per l’Hiv, che ero infetta. Era sconcertante perché all’epoca ero un’integralista, temevo le malattie a trasmissione sessuale e mi proteggevo. Avevo convinto anche il mio nuovo fidanzato a fare il test. Peccato che tra l’ultimo esito negativo e quel ragazzo qualcosa è andato storto».

Elena di Cioccio si racconta in una lunga intervista, tornando al giorno dell'aggressione, al periodo da dipendente e al tentato suicidio
Elena Di Cioccio (Giffoni Film Festival)

I momenti in cui ha toccato il fondo e il tentativo di suicidio

L’analisi che la donna fa lascia trasparire una sorta di co-responsabilità che dovrebbe essere inesistente nei casi di violenza sulle donne, dove l’agito maschile non va deresponsabilizzato: «Ogni carnefice ha bisogno di una vittima e viceversa, io con la mia autostima sottozero ero una facile preda. Ci concentriamo sempre sulle botte e poco sulla violenza psicologica. Avere paura tutti i giorni che stia per succedere qualche cosa è un continuo fare a pezzi la tua autonomia. Io avevo toccato il fondo».

Una condizione devastante che l’ha portata a pensare al suicidio: «Ricordo bene quel giorno, io con i piedi che sporgono dal cornicione del palazzo dove ero cresciuta». E poi il suo messaggio: «Adesso mando a tutti i numeri della mia rubrica, che è quasi identica alla tua, che sei una sieropositiva di merda». Il dolore e l’agonia di un passato ormai lontano: «Io oggi, dopo anni di terapia antiretrovirale, non posso infettare, posso avere rapporti senza preservativo e potrei partorire in modo naturale. Anche se l’endometriosi ha reso ostico il mio percorso di maternità»