Il processo sulla morte della piccola Elena del Pozzo, la bimba di 5 anni uccisa nel giugno del 2022, è iniziato nelle aule del tribunale di Catania: sul banco degli imputati la mamma della bambina, Martina Patti, che ha confessato il delitto senza mai spiegare il movente. Secondo le varie ricostruzioni e la confessione della madre della piccola, Elena venne uccisa con un’arma da taglio e seppellita in un campo vicino casa, a Mascalucia. La donna non confessò subito il delitto, ma, inizialmente, ne finse il sequestro da parte di sconosciuti all’uscita dall’asilo.

Catania, iniziato il processo sulla morte di Elena del Pozzo
Il processo, cominciato con la costituzione delle parti e le eccezioni procedurali, si è svolto davanti alla prima Corte d’assise, presieduta da Sebastiano Mignemi, che ha disposto la sospensione dei termini di custodia cautelare, con data aggiornata al prossimo 23 giugno, quando verranno ascoltati i carabinieri che hanno svolto le indagini. Secondo la Procura si è trattato di omicidio premeditato aggravato, a cui si aggiungono i reati per occultamento di cadavere e simulazione di reato. I nonni paterni e il padre della piccola vittima, difesi dall’avvocato Barbara Ronsivalle, si sono costituti parte civile.
Alla base del gesto, la gelosia nei confronti dell’ex compagno
Per quanto la madre non abbia mai confermato, i carabinieri del comando provinciale di Catania ipotizzano che, alla base del gesto, possa esserci stata la gelosia nei confronti dell’ex compagno e padre di Elena, Alessandro Del Pozzo, 24 anni. Martina Patti potrebbe essersi alterata dopo la sera trascorsa da Elena con i nonni paterni e la manifesta «felicità» dimostrata dalla bambina nel frequentare la nuova compagna del padre. La sera prima dell’omicidio, la bambina aveva dormito dai nonni. La mattina dopo, la zia l’aveva accompagnata all’asilo e la madre era andata a riprenderla per poi tornare a casa, a Mascalucia. Poco dopo, la messa in scena del sequestro, con tanto di denuncia ai carabinieri per il falso rapimento.