Il giudice delle indagini preliminari Daniela Monaco Crea ha convalidato il fermo disposto dalla Procura di Catania nei confronti di Martina Patti, la madre 23enne che ha ucciso la figlia Elena Del Pozzo. Il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ipotizzando i reati di omicidio premeditato e pluriaggravato e occultamento del cadavere. La donna rimane dunque nel carcere di Piazza Lanza a Catania.

Elena Del Pozzo, i risultati dell’autopsia
Secondo fonti della Procura di Catania, sono state più di 11 le coltellate inferte alla piccola Elena. Questo il risultato dell’autopsia sul corpo della bambina: «Salle anticipazioni del medico autoptico si può dire sin d’ora che i colpi sono stati inferti con un’arma compatibile con un coltello da cucina, non ancora trovato, e sono più di undici». Un solo colpo è stato letale per Elena, «perché ha reciso i vasi arteriosi dell’arteria succlavia, ma la morte non è stata immediata». L’autopsia colloca il decesso dopo più di un’ora dal pasto che la bimba aveva consumato a scuola attorno alle 13.
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Martina Patti, il finto sequestro e poi la confessione
Elena Del Pozzo, 4 anni, era scomparsa il 13 giugno a Mascalucia, nel catanese. Nel corso di un interrogatorio con diverse incongruenze, la madre aveva accusato tre uomini incappucciati di avere rapito la piccola. Poi, durante il successivo sopralluogo nella casa della famiglia insieme ai carabinieri, la donna è crollata ha confessato di aver ucciso la figlia, indicando poi il luogo in cui aveva occultato il cadavere. «Ho l’immagine del coltello, ma non ricordo dove l’ho preso. Non ricordo nemmeno cosa sia passato per la mia mente quando ho colpito mia figlia, anzi posso dire che non mi è passato nessun pensiero, era come se in quel momento fossi stata una persona diversa», ha raccontato successivamente. L’avvocato Gabriele Celesti, legale di Martina Patti, nei giorni scorsi ha anticipato che la richiesta di una perizia psichiatrica per la sua assistita.