La corte distrettuale di Tel Aviv ha respinto il ricorso di Shmuel Peleg, il nonno materno del piccolo Eitan Biran. Il bambino, rapito lo scorso 11 settembre e unico superstite della tragedia del Mottarone, dovrà tornare in Italia entro i prossimi 15 giorni. Lo ha scritto il Jerusalem Post riportando la decisione della corte israeliana. Secondo il tribunale, infatti, il luogo di vita principale del piccolo Eitan è l’Italia e per questo dovrà farci ritorno. Il giudice ha stabilito che il bambino è stato portato via illegalmente: «è stato rapito dal suo luogo abituale di residenza». Ora Pavia aspetta di riabbracciare Eitan entro le prossime due settimane. La decisione della corte arriva, però, con una raccomandazione. Il giudice ha chiesto espressamente alla zia Aya, sorella di Amit, padre di Eitan, l’impegno di mantenere vivi i contatti tra il bambino e la famiglia materna.
Caso Eitan: i nonni materni presenteranno un appello alla Corte Suprema
La vicenda, però, non si fermerà qui. Shmuel Peleg e l’ex moglie Esther contesteranno la decisione di aver affidato il nipote alla zia paterna. I legali dei nonni materni hanno tempo sette giorni per presentare un ulteriore appello alla Corte Suprema contro la sentenza arrivata nella tarda serata di ieri. Gli avvocati israeliani pare stiano cercando di fare leva sul comportamento contestato alla zia di Eitan, che avrebbe tentato di ostacolare contatti tra i nonni e il bambino. Nei giorni scorsi, inoltre, era stato emesso dalla procura di Pavia un mandato di cattura internazionale proprio per Shmuel. Il nonno è accusato di aver rapito il piccolo lo scorso 11 settembre, quando era andato a trovarlo e lo aveva condotto fuori casa con la scusa di portarlo a fare un giro. Da lì, con l’aiuto di un autista, anche lui accusato di rapimento, lo aveva portato a Lugano e poi a Tel Aviv con un jet privato. Secondo la famiglia materna, «Eitan è un bambino ebreo e deve crescere in Israele secondo la tradizione del suo popolo».