Durante la serata dei duetti di venerdì 10 febbraio, Leo Gassmann canterà con Edoardo Bennato e il Quartetto Flegreo un medley del cantautore napoletano. Salito sul palco dell’Ariston solo una volta nel 2010 come superospite, esibendosi con alcune delle sue hit più importanti e l’omaggio a Tenco di «Ciao amore, ciao», ha dichiarato che a convincerlo a salire sul palco dell’Ariston è stato il giovane artista. I due, legati da un rapporto di amicizia e stima, hanno già duettato in Io vorrei che per te, il pezzo contenuto nell’album di Gassmann in uscita a giorni. Ma chi è Edoardo Bennato?

50 anni di canzoni impegnate e ironicamente graffianti
Edoardo Bennato nasce a Napoli il 23 luglio 1946 ed è un cantautore e polistrumentista ritenuto tra i maggiori rocker italiani. Stimolato dalla mamma, impara a suonare diversi strumenti tra cui la fisarmonica. Resta rapito dai ritmi blues e rock’n’ roll di Chuck Berry, Ray Charles ed Elvis Presley, dai quali riprende le sonorità per unirle alle sue radici ed alla musica napoletana.
Nel 1958, con i fratelli, fonda il Trio Bennato con cui si esibisce in diversi locali partenopei. L’anno dopo il gruppo debutta nel programma televisivo Il nostro piccolo mondo e poi si esibisce su una nave da crociera diretta verso il Sudamerica. Allo stesso tempo, Bennato decide di completare gli studi e, dopo il Liceo Artistico a Napoli, decide di frequentare la facoltà di Architettura a Milano, città che gli consentirà di prendere contatti con le case discografiche. Il primo a credere nel suo talento è Vincenzo Micocci, fondatore della casa discografica Parade.

Le canzoni, la critica ai poteri e la voglia di cambiare il mondo con le sue “canzonette”
A Milano il debutto con Non farti cadere le braccia, pubblicato nel 1973, che però non riscuote il successo sperato. Nel 1974 esce il secondo lavoro intitolato I buoni e i cattivi, che entra nelle classifiche e segna la vera svolta. A questo seguono Io che non sono l’imperatore, che in copertina riporta il progetto di Bennato per la realizzazione di una rete della metropolitana di Napoli, La Torre Di Babele che tocca tematiche sociali ed il Burattino senza fili.
Nel 1980 pubblica l’album che lo consacrò, forse il più famoso. Si tratta di Sono solo canzonette, nel quale prende in prestito la favola di Peter Pan per parlare della presunzione di colti e benpensati. L’album riscuote un’enorme successo che porterà Bennato in giro per l’Italia con un tour che terminerà con il maxi concerto al San Siro che registrò il sold-out. Nella sua carriera, è sempre stato alla continua ricerca di sonorità nuove da mischiare alle sue radici, ha imparato a suonare simultaneamente la chitarra, l’armonica, i tamburelli, il kazoo e altre percussioni. Ha scritto per moltissimi artisti italiani tra cui Formula 3, Bobby Solo, i Nuovi Angeli e Loredana Bertè. Tra le sue canzoni più famose si citano: A volte credi, Viva la mamma, L’isola che non c’è, Afferrare una stella, Il gatto e la volpe e Le ragazze fanno grandi sogni. Ha pubblicato 29 album e collaborato con Jovanotti, Raf, Piero Pelù, Irene Grandi, Roy Paci, Giuliano Palma, Morgan, Claudio Baglioni, Max Pezzali e Alex Britti.
L’incidente che segnò la sua vita
Edoardo Bennato è sempre stato molto riservato sulla sua vita privata. Sappiamo che ha una figlia Gaia nata nel 2015 ma della compagna non si conosce nemmeno il nome. É noto il terribile incidente stradale del 1995 che lo vide coinvolto in provincia di Reggio Emilia. Con lui in macchina c’era la compagna di allora, Paola Ferri, studentessa di psicologia di soli 23 anni che, dopo cinque giorni di agonia, morì. Nel 1997 il cantante patteggiò davanti al Pretore di Reggio Emilia una pena a otto mesi di reclusione con i benefici per omicidio colposo.