Giurano amore eterno alla Terra, sposano il cielo, la luna e il mare in cerimonie che nulla hanno da invidiare ai matrimoni tradizionali e promettono di rimanere fedeli all’impegno di lottare per la salvaguardia del Pianeta. No, non sono ambientalisti particolarmente devoti alla causa ma veri e propri ecosessuali, adepti di un movimento nato nel 2008 dalle esuberanti nozze verdi di Annie Sprinkle e Beth Stephens e votato a trattare la natura come fosse un’amante.
Se un matrimonio salva il Pianeta
Le due donne, compagne da una vita, avevano organizzato tutto nei minimi particolari. Senza lasciare nulla al caso e senza badare a spese. In una location magica come il bosco di sequoie di Santa Cruz, in California, circondate da più di 300 invitati vestiti di verde, la coppia aveva letto una serie di promesse che siglavano un sodalizio con la Terra fatto di cura e dedizione costante. Una sorta di contratto a cui anche gli ospiti avrebbero dovuto tenere fede. Il matrimonio verde fu soltanto l’inizio di una serie di sposalizi insoliti e organizzati in qualsiasi parte del mondo. Da quel giorno, infatti, le due performer hanno sposato un’ampia collezione di entità naturali, dal sole alla neve, fino al Mare Adriatico in occasione della Biennale di Venezia. «Ci stiamo impegnando a cambiare il punto di vista attraverso il quale la gente guarda alla Terra», hanno spiegato alla Cnn. «Più che come una risorsa, vogliamo che le persone la identifichino come una fonte di vita e di piacere. Sono elementi strettamente connessi tra loro». Per quanto le loro idee, di primo impatto, possano essere scambiate per parodie, negli anni si sono fatte veicolo di questioni particolarmente importanti. Attraverso i loro innumerevoli matrimoni, infatti, hanno indirettamente normalizzato le unioni tra persone dello stesso sesso quando, ancora, gli omosessuali non potevano sposarsi negli Stati Uniti. E, con il loro attivismo ambientale, hanno messo nero su bianco l’urgenza di trovare una soluzione utile ad arginare l’emergenza climatica e le sue disastrose conseguenze. Con l’eccentricità hanno sdoganato temi che, fino a quel momento, l’opinione pubblica trattava come tabù.
La lunga avventura del Love Art Laboratory
L’intuizione di ricorrere a cerimonie nuziali per reclamare la necessità di trattare il Pianeta come un compagno di vita è nata dal loro vero matrimonio. Dopo 10 anni di fidanzamento e convivenza, Sprinkle e Stephens si sono sposate, assieme ad altre 33 coppie etero e gay, in una rito collettivo a San Francisco, con vestiti estrosi e esibizioni corali. È stato proprio in quel momento che hanno realizzato come un evento di quel genere potesse essere efficacemente adoperato «per stimolare il dibattito pubblico a dare rilevanza a tematiche delicate, costruire una comunità e, soprattutto generare amore». Quella scintilla ha dato vita a un progetto artistico settennale, il Love Art Laboratory, un susseguirsi di matrimoni a cui gli invitati intervenivano attivamente, spesso leggendo voti e promesse, o diventando protagonisti di performance preparate o improvvisate. Di anno in anno, l’iniziativa si rinnovava completamente, offrendo uno spettacolo sempre nuovo e coinvolgente. Nel 2004, ad esempio, Sprinkle e Stepehens hanno debuttato con una serie di performance di coccole live e lunghe sessioni di baci, il preludio al ‘matrimonio rosso’ organizzato in un vecchio locale di burlesque. In quello che avevano denominato ‘anno arancione’, invece, hanno sposato la loro comunità e nel verde, ovviamente, il quarto dall’esordio, hanno dichiarato pubblicamente la loro ecosessualità. «L’amore che proviamo l’una per l’altra si è trasformato in amore per la gente. Un sentimento che, a sua volta, è diventato amore per l’ambiente». La svolta ecologista ha convertito happening ancora sobri in kermesse frequentatissime e teatrali. Come quelle del cosiddetto ‘anno blu’, nel quale le artiste hanno sposato il mare a Venezia e il cielo a Oxford. O quella conclusiva, a Ottawa, in Canada, dove hanno promesso alla neve fedeltà e premura tra le pareti di una cattedrale sconsacrata.
Un progetto che non conosce confini
Oltre al Love Art Laboratory (conclusosi nel 2011), la loro ventennale collaborazione ha portato alla definizione di una produzione artistica di tutto rispetto, che ha facilitato la diffusione del movimento ecosessuale anche oltre i confini nazionali, spingendosi addirittura in Spagna (dove sono state protagoniste di un matrimonio col carbone) e in Austria (scelta come il luogo perfetto per delle insolite e ‘nozze col terreno’). A incoraggiarle, sempre e solo un’idea: vedere la Terra, più che come una madre, come una persona da amare. «Siamo perdutamente innamorate del Pianeta. Non ci vergogniamo ad abbracciare gli alberi, a massaggiare il suolo coi nostri piedi, a rivolgere parole d’amore alle piante», hanno scritto nel loro manifesto. «Facciamo l’amore con quello che ci circonda attraverso tutti e cinque i sensi».
L’eredità di Sprinkle e Stephens
Sebbene oggi Sprinkle e Stephens non organizzino più riti, altri ecosessuali ne hanno raccolto l’eredità. Poco prima della pandemia, il gruppo dei Future Farmers ha invitato le due donne a un matrimonio con la nebbia, mentre a settembre, l’artista Ewelina Jarosz le ha coinvolte in uno sposalizio con l’artemia, un mollusco del Great Salt Lake, in Utah. «Abbiamo passato la torcia nuziale alle nuove generazioni di sposi e spose», ha aggiunto Sprinkle. Insieme con l’ultimo libro della coppia: Assuming the ecosexual position: The Earth as a lover, manuale ricco di istruzioni sull’organizzazione degli eventi e, soprattutto, sul training riservato agli anfitrioni.