Secondo l'Istituto di statistica diminuiscono gli inattivi, ma aumenta la disoccupazione. Crescono i dipendenti a termine e gli indipendenti, in lieve calo gli indeterminati.
Si chiama workation e si è sviluppata durante la pandemia. È la tendenza che vede i professionisti svolgere i propri doveri in luoghi esotici dove è più facile combinare gli impegni e il relax. Pro e contro della moda potrebbe sopravvivere anche dopo l'emergenza.
Per ritrovare adeguati ritmi di produttività, nonostante il lavoro a distanza, sempre più persone si affidano alle piattaforme online. Spazi virtuali in cui si condivide con sconosciuti l'obiettivo di portare a termine un compito in un tempo preciso. Ecco le più usate.
Nel 2021 sono stati oltre 7 milioni gli italiani che hanno lavorato da remoto. Meno che nel 2020, quando erano stati 8,9 milioni. Pur di non tornare in ufficio c'è chi si decurterebbe la paga.
Il casaro dipinto nell'infelice spot della Parmigiano Reggiano è caricaturale. Ma anche le polemiche non colgono proprio nel segno. Questi professionisti lavorano sì 365 giorni l'anno, ma a 3 mila euro al mese più premi produzione. Il vero sfruttamento è altrove.
Base volontaria, orari, permessi, ferie e luoghi: ecco quali sono i punti del nuovo protocollo, che soddisfa Ministero del Lavoro, sindacati e aziende.
Il mantra ripetuto dai costruttori, in primis Stellantis, è che il passaggio all'auto elettrica avrebbe costi insostenibili che solo robusti tagli al personale potrebbero compensare. Ma è davvero così? Sul tema le analisi spesso presentano esiti opposti.
Dalla Whirlpool di Napoli alla Gas Jeans di Vicenza, passando per marchi come Paluani, pasta Zara e Stige. La mappa delle aziende a rischio chiusura in Italia.
La manifestazione è stata organizzata da Simeu, Società italiana medicina di emergenza-urgenza. Medici e infermieri chiedono al governo italiano di porre fine alla carenza di personale: mancano 4mila professionisti in tutta Italia
I sindacati hanno comunicato l'avvio della procedura che coinvolge lavoratori di tutto il Paese. Oltre ai licenziamenti si parla di 106 negozi dismessi a causa del «calo di fatturato e clienti».
Stipendi irrisori, turni di lavoro massacranti, burnout. Nonostante il boom delle serie internazionali, i professionisti che si occupano di sottotitolarle sono sempre meno.