Ansia da deforestazione

Redazione
07/10/2021

Uno studio pubblicato sul British Medical Journal afferma che le giovani generazioni accusano disturbi d'ansia legati al futuro del pianeta. Hanno paura dei disastri ambientali e dell'immobilismo dei leader mondiali.

Ansia da deforestazione

La crisi climatica sta mettendo alla prova la salute mentale delle giovani generazioni. A rivelarlo uno studio pubblicato sul British Medical Journal nel quale Mala Rao e Richard Powell, ricercatori del Dipartimento di Cure Primarie e Salute Pubblica dell’Imperial College di Londra, hanno parlato di un sensibile incremento della cosiddetta eco-ansia, la paura del disastro ambientale. Un disturbo che, per quanto non particolarmente grave, non deve essere sottovalutato.

I disastri ambientali aumentano l’ansia dei giovani

«Non è stata ancora diagnosticata ufficialmente ma gli effetti che l’eco-ansia sembra avere sul benessere psicofisico di bambini e adolescenti non possono essere trascurati», hanno spiegato gli studiosi in un’intervista al Guardian, «L’impatto sui ragazzi c’è stato e i dati lo confermano». A corroborare la loro tesi anche due report pubblicati tra 2020 e 2021. Il primo, compilato lo scorso anno, riportava le esperienze personali di un team di neuropsichiatri infantili inglesi. L’equipe si era accorta che, in 12 mesi, il 57 per cento dei pazienti trattati (più della metà del totale) fosse rappresentato da bambini e teenager allarmati dal cambiamento climatico e preoccupati per il futuro del pianeta. Il secondo, invece, più recente, ha dimostrato come, nei soggetti della fascia anagrafica compresa tra i 16 e i 25 anni, la questione ambientale sia uno dei fattori scatenanti un malessere diffuso, che sembra valicare i confini geografici, raggiungendo diversi punti del globo.

I giovani chiedono risposte ai leader mondiali

Cosa dovrebbero fare, dunque, i leader mondiali per provare a cambiare davvero le cose? «È arrivato il momento di individuare gli obiettivi da raggiungere e le sfide da affrontare», hanno sottolineato Rao e Powell, «Bisogna agire con urgenza, non c’è più tempo da perdere. Ed è necessario impegnarsi con tutte le forze disponibili per creare un percorso che porti a un avvenire felice e sano. Per tutti, nessuno escluso». Tra le sensazioni più ricorrenti documentate dallo studio, molti tra i giovani intervistati hanno dichiarato di essersi spesso sentiti abbandonati e traditi dagli adulti e, soprattutto, da chi detiene il potere. I governi non sono stati in grado di fornire risposte ai loro interrogativi, facendo sì che si lasciassero trascinare in una spirale di pensieri poco positivi. «La cosa migliore per ripristinare speranza e ottimismo è sensibilizzarli e dare loro tutti gli strumenti per accedere a un’informazione sul tema che sia completa e affidabile», hanno aggiunto. «Questo li aiuterà anche ad adattare i loro comportamenti a un rispetto della natura a cui, prima, non avevano mai davvero pensato con consapevolezza. Optando per scelte sostenibili nel trasporto o nell’alimentazione e dando voce alle proprie idee nel contesto di gruppi e movimenti di attivisti».