Dunwich, trovati i resti di una città sommersa nel Regno Unito
Nel XIII secolo una violenta alluvione ha sommerso Dunwich, città medievale nel Regno Unito. Oggi, grazie alla moderna tecnologia sonar, è stato finalmente localizzato. Ma nell'Isola ci sarebbero altri 300 insediamenti che hanno fatto la stessa fine.
Sulla costa orientale del Regno Unito, fra Aldeburgh e Southwold, sorge Dunwich, villaggio rurale di 200 anime del Suffolk britannico. Quello che oggi è un piccolo insediamento con un solo pub e le rovine di un antico monastero, 800 anni fa era una delle località portuali più importanti della zona. Fiorente area di pesca, era anche famoso per il mecenatismo religioso dei monaci francescani, che vi stabilirono nel 1250. Poco dopo però, nel 1286, una violenta alluvione lo cancellò completamente, sommergendo botteghe ed edifici sacri. Grazie alla moderna tecnologia sonar, Dunwich è stata però di nuovo localizzata sul fondale marino antistante il villaggio odierno. Una città per secoli perduta che in realtà ha solo riposato fra le onde.
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Fondamentale per la scoperta di Dunwich è stata una mappa dell’epoca Tudor
Nel corso dei secoli, gli abitanti della zona hanno dato vita a miti e leggende, parlando di suoni spettrali provenienti dalle acque. I superstiziosi infatti credono che in alcuni giorni di tempesta si possano sentire i rintocchi delle campane delle antiche chiese. Per anni gli esperti hanno invece creduto che il moto ondoso del Mare del Nord avesse completamente eroso e spazzato via le rovine di Dunwich. Le ultime scoperte hanno però dimostrato il contrario. Già negli Anni 70, l’archeologo marino Stuart Bacon trovò i resti dell’antica chiesa All Saints fra aragoste, spugne e un ampio quantitativo di alghe. È solo oggi però, grazie ai moderni sonar, che gli esperti hanno finalmente rintracciato l’antico villaggio.

L’ultimo studio è opera di David Sear, professore presso il Dipartimento di Geografia e Scienze Ambientali dell’Università di Southampton. «Sin da bambino ho passato qui le vacanze», ha detto alla Bbc. «Grazie alla tecnologia moderna ho unito la mia infanzia agli interessi accademici per trovare questa mitica città perduta». Grazie a una vecchia mappa dei Tudor risalente al XVI secolo, entro due chilometri dalla costa è incredibilmente apparsa la città. Sear e il suo team hanno localizzato il monastero medievale, la chiesa All Saints e i luoghi sacri dedicati a San Nicola, San Pietro e Santa Caterina. I sonar hanno rilevato anche parte della muratura degli edifici commerciali tra cui pescherie e botteghe. Le scoperte inoltre potrebbero non finire qui. Secondo Sear, nei prossimi 50 anni il fondale marino potrebbe cambiare, facendo riaffiorare aree intatte e attualmente sotto la sabbia.
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Il destino delle coste del Regno Unito e il monito per il futuro
«Dunwich vantava 10 chiese, due conventi e un porto commerciale in cui si costruivano grandi navi», ha spiegato alla Bbc Jane Hamilton, direttrice del museo cittadino. «Qui vivevano mercanti molto ricchi, che commerciavano vino, lana, pietra e sale. Una prosperità che trasmisero all’intero villaggio». Il suo successo era però minacciato, come molte aree costiere del Regno Unito, dalla posizione geografica. Situata alla foce dell’omonimo fiume, Dunwich affondava le sue fondamenta in un terreno fatto di sabbia e ghiaia soggetto a forte erosione. Le violente tempeste che colpirono l’Inghilterra orientale fra il 1280 e il 1320 accelerarono il processo, portando alla distruzione del borgo.
Magic lantern slide from collection of Jack Docwra (founder of @RSPBMinsmere) recently donated to @Dunwichmuseum.They came from local Garrity family. This shows photo of gargoyles from All Saints Church, which was lost to the sea 🌊 in 1919. pic.twitter.com/XJvIfddgf9
— DiscoverDunwich (@DiscoverDunwich) February 10, 2022
Dunwich non fu però solo. Nel Regno Unito hanno fatto la stessa fine circa 300 altri insediamenti, inghiottiti dalle acque negli ultimi nove secoli a seguito di mareggiate e fenomeni atmosferici straordinari. Un dato che, secondo gli esperti, risuona come un monito. «Queste rovine sono simbolo di una comunità che non affronta i cambiamenti del tempo», ha concluso Sear. «Potrebbe succedere la stessa cosa in altre aree del mondo oggi a rischio. Mentre assistiamo al cambiamento climatico, i fantasmi di ieri si intrecciano con quelli di domani».