L’estate è appena iniziata, l’Italia è quasi tutta in zona bianca e la voglia di bere qualcosa in compagnia è ai massimi. Ma quale sarà il drink della stagione? A rispondere a Tag43 è il bartender Simone Molè, vincitore della Diageo World Class Italia manager di Neo, locale di Cefalù. Anche quest’anno al bancone c’è l’imbarazzo della scelta: dai drink freschi e agrumati a quelli più classici della tradizione italiana. Da quelli a basso contenuto di alcol, che vanno per la maggiore, a quelli sostenibili realizzati con ingredienti attentamente selezionati attentamente e a km 0. Senza scordare i cocktail pronti all’uso, in busta o lattina, che hanno conosciuto un vero boom nell’ultimo anno.
Tutto (o quasi) basta che sia fresco
in cima alla lista, intramontabili e desiderabili protagonisti indiscussi dell’estate 2021, ci sono i drink freschi vero toccasana contro l’afa. «Al Neo di Cefalù proporremo una drink list basata proprio su questa chiave di freschezza», spiega Molè. «Come il Neo Spritz a base di gin Tanqueray Ten, pesca, Biancosarti, lemon verbena e soda oppure un Highball a base di Ketel One, mandorle, eucalipto e soda». Grande attenzione anche per i grandi classici, Mojito, G&T, Gin basil smash e Toreador, uno dei drink preferiti del bartender, a base di tequila e Apricot Brand.
Vintage style: dall’Americano al Negroni
Non c’è futuro senza passato. Sarà per questo che tra i drink che più berremo in vacanza ci sono loro, i drink della tradizione italiana: Negroni, Spritz e Americano sono sempre tra i più richiesti. Nelle versioni più tradizionali ma spesso anche rivisitati in chiave moderna. Certo questi classici sono cocktail dalla gradazione alcolica importante e dal gusto deciso ma come dice Molè «Le tradizioni sono importanti e non bisogna mai dimenticarle».
Poco alcol ma buono
È una delle tendenze più forti del momento. Drink, classici o contemporanei ma rivisitati in chiave low alcol. Eleganti e leggeri questi cocktail sono a gradazione alcolica minima o addirittura zero ma senza rinunciare al gusto. Chiamati anche mocktail – dall’inglese to mock ovvero prendere in giro – sono spesso realizzati a base di tè, infusi, fermentati lievi sostenuti da superalcolici che di super però hanno il sapore, e di alcolico quasi zero. Se ne possono gustare anche due o tre senza rischio di giramenti di testa o hangover. «I low alcol ci danno la possibilità di bere dei drink ottimi rimanendo sereni e lucidi», spiega l’esperto. «È importante bere responsabilmente». Finalmente la mixology rende giustizia a chi non ama bere pesante.

Ready to drink: il cocktail in busta
Una nuova tendenza, figlia anche di questi ultimi tempi, fa capolino nel mondo del beverage. Il rito dei cocktail esce dal bar per essere condiviso a casa, in giardino, in terrazza, al parco o perché no sotto l’ombrellone. I drink più cool sono ormai disponibili nella versione ready to drink ovvero pronti da bere. «Dare la possibilità alle persone di bere ottimi drink a casa è una gran cosa. Ci stiamo avvicinando sempre più ad un’epoca diversa, nuova ed emozionante», dice Molè. «Mi eccita pensare che la società pensi finalmente quanto sia importante bere un buon drink». Venduti già miscelati in bottigliette, bustine o lattine pre-dosate per uno, o al massimo due bicchieri, i cocktail classici e d’autore ora si comprano online e arrivano direttamente a casa. Basta aggiungere un po’ di ghiaccio, scorza d’arancia o limone, o un’oliva e il gioco è fatto. Tendenza questa che vede protagonisti sia le grandi aziende di beverage che le start-up, ma che anche i migliori bartender e mixologist hanno cavalcato in fretta, sfornando intere e particolari collezioni.