In vista del Consiglio europeo del 21 ottobre il Presidente del Consiglio Mario Draghi rivendica in Senato l’orgoglio della campagna vaccinale italiana.
Una campagna che ha permesso al nostro Paese, tra i più colpiti dall’epidemia, di riprendere con forza il suo trend di crescita grazie a un tempestivo allentamento delle misure di contenimento del virus. Draghi ha sottolineato poi come sia stata l’Europa intera a favorire tale processo.
Draghi: «Grazie italiani»
Dopo un’avvio stentato la campagna di vaccinazione europea ha raggiunto risultati molto soddisfacenti in Italia» ha detto Draghi sottolineando come nel nostro Paese «la campagna procede più spedita della media Ue: a oggi l’86 per cento della popolazione sopra i 12 anni almeno una dose e l’81 per cento è completamente vaccinata».
«Voglio ringraziare tutti i cittadini» ha proseguito il premier «che hanno scelto di vaccinarsi, in particolare i giovani e giovanissimi, e chi ha deciso di farlo nelle scorse settimane dopo aver superato le proprie esitazioni».
Draghi, la curva epidemiologica è sotto controllo
La curva epidemiologica è sotto controllo grazie al senso di responsabilità dei cittadini. Questo ci permette di mantenere aperte le scuole, le attività economiche e i luoghi della nostra socialità. Voglio ricordare che prima dell’ultimo Consiglio europeo, a fine giugno, meno di un terzo della platea aveva completato il ciclo vaccinale. Negli ultimi quattro mesi, l’Italia ha dunque vaccinato metà della popolazione con più di 12 anni. Uno sforzo straordinario, per cui dobbiamo essere grati al nostro sistema sanitario, a partire da medici e infermieri, e all’immane opera logistica compiuta sin dall’inizio di questo governo».
Draghi, l’EU per la solidarietà vaccinale
«Il Consiglio europeo» ha detto ancora Draghi «riaffermerà il proprio impegno a contribuire alla solidarietà internazionale in materia di vaccini. Dobbiamo incrementare la fornitura di dosi ai Paesi più fragili, perché possano proteggere i loro cittadini e per impedire l’insorgenza e la diffusione di nuove e pericolose varianti. Solo il 2,8 per cento di chi vive in un Paese a basso reddito ha ricevuto almeno una dose di vaccino, a fronte di quasi il 50 per cento della popolazione mondiale».
Draghi ha infine sottolineato che «dobbiamo evitare il ripetersi dei pericolosi episodi di protezionismo sanitario a cui abbiamo assistito nei primi mesi della pandemia. Continueremo a lavorare per migliorare la risposta globale a future crisi sanitarie anche in tutte le sedi multilaterali appropriate».