Le tre condizioni di Draghi per farsi garante di Meloni in Europa

Redazione
28/09/2022

Nonostante le sparate anti Ue e pro Orban della leader di FdI, il premier uscente ha accettato di garantire per il suo futuro governo. Ma a tre condizioni: sostegno all'Ucraina, ancoraggio alla Nato e nessuno scostamento di bilancio. Nel futuro dell'ex n.1 della Bce ci potrebbe essere la nomina a segretario generale dell'Alleanza Atlantica.

Le tre condizioni di Draghi per farsi garante di Meloni in Europa

Dopo aver vinto le elezioni, Giorgia Meloni deve accreditarsi in Europa. Una missione non semplice visti i toni e gli slogan usati in campagna elettorale: dall’appoggio a Viktor Orban alla sfida lanciata all’asse franco-tedesco. «A Bruxelles è finita la pacchia», aveva minacciato poco prima del voto la leader di FdI, aggiungendo: «Ho buoni rapporti con Orbán, credo che ci sia bisogno di un riequilibrio rispetto all’asse franco-tedesco». Per riuscirci, come scrive Repubblica, Meloni si è affidata a Mario Draghi. Secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche, il premier in carica ha contattato il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen garantendo per la leader di estrema destra e, fino a ieri, dell’opposizione.

Le tre condizioni poste da Draghi a Meloni

Draghi ha però posto tre condizioni che Meloni ha accettato: mantenere l’impegno anche militare per l’Ucraina e non sfilacciare il fronte delle sanzioni contro Mosca, restare saldamente nell’orbita Nato, e non approvare scostamenti di bilancio. Tre punti che la leader di Fratelli d’Italia aveva già sostenuto durante la campagna elettorale, discostandosi anche da Matteo Salvini e nonostante le uscite infelici di Silvio Berlusconi in difesa di Putin. Un impegno quello di Draghi, come ribadisce Repubblica, preso per difendere l’interesse nazionale passando sopra ai toni antieuropeisti della leader di FdI e nonostante il voto di Fdi all’Europarlamento a favore di Orban. Non solo. Per il premier uscente potrebbero ora aprirsi nuovi scenari. «Non escludo per lui incarichi internazionali», aveva accennato Guido Crosetto. Come la poltrona di segretario generale della Nato, nomina che avverrà nel giugno 2023. Draghi sarebbe gradito a Washington e darebbe un’ulteriore garanzia al governo di centrodestra sullo scacchiere internazionale.

Le tre condizioni di Draghi per farsi garante di Meloni in Europa
Giorgia Meloni (Getty Images).

Le delegazioni al lavoro per il passaggio di consegne a Palazzo Chigi

Intanto ha preso il via il passaggio di consegne tra governi, tra Palazzo Chigi, il Mef e la squadra di Meloni. Bilaterali che vedono al tavolo Antonio Funiciello, capo di gabinetto di Draghi, Roberto Garofoli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Daniele Franco ministro dell’Economia e il suo capo di gabinetto Giuseppe Chiné. Per Fratelli d’Italia, oltre a Meloni, partecipano agli incontro il senatore Giovanbattista Fazzolari, Guido Crosetto e alcuni tecnici.