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Tre palle e un soldo

Sette minuti di non amore

Una conference call brevissima quella tra Elkann, Tavares e Giorgetti. Gelo anche con Draghi. Il governo si fa forte dei 6,3 miliardi del prestito Intesa garantito da Sace e dell’uso della cassa integrazione Covid per dissuadere Stellantis dal fare tagli nelle fabbriche italiane.

1 Giugno 2021 09:251 Giugno 2021 10:25 Giovanna Predoni
gelo tra vertici stellantis e governo draghi

Sette minuti sette. Tanto è durata lunedì 24 maggio la conference call tra il titolare del Mise, Giancarlo Giorgetti, e i vertici di Stellantis. Ovvero il presidente John Elkann e Carlos Tavares, l’amministratore delegato del gruppo automobilistico nato dal matrimonio tra Psa Peugeot e Fca.

Con Draghi un incontro breve e molto freddo

Si trattava di uno dei primi abboccamenti col nuovo governo di Mario Draghi, che prima di partire per Bruxelles aveva incontrato Elkann (novello Cavaliere del lavoro, come anticipato il 5 maggio da Tag43) e non era stata proprio un ritrovarsi di amorosi sensi. Alla fine niente foto, né comunicato, neanche di circostanza. Per ritrovare una foto bisogna spostarsi in Vaticano, dove i vertici di Stellantis hanno presentato a Papa Francesco la nuova 500 elettrica. Presidente e ad di Stellantis erano calati a Roma per dare il via a una sorta di operazione simpatia. Il programma prevedeva la presentazione al Papa della nuova 500 elettrica, una capatina a Palazzo Chigi, poi la conference con il ministro leghista ma fedelissimo del premier. La sera, infine, il ritorno a Torino per partecipare all’indomani, e non da spettatori, alla benefica iniziativa della Partita del cuore all’Allianz Stadium, ovvero l’impianto dove gioca la Juventus.

gelo tra governo draghi e i vertici stellantis
L’incontro dei vertici Stellantis e Papa Francesco per la presentazione della nuova 500.

Il nodo del prestito Intesa da 6,3 miliardi e la cassa Covid

Al di là dei convenevoli di rito, erano molti gli argomenti sul tavolo. Uno in particolare che interessava tutti gli interlocutori: ovvero il futuro delle fabbriche italiane e del conseguente livello di occupazioni su cui sinora Tavares si era espresso sibillinamente, denunciando in una intervista con un giornale francese come il costo del lavoro in Italia fosse più alto rispetti a quello degli altri Paesi dove Stellantis produce le sue automobili. Ebbene, sia Draghi sia Giorgetti sono stati perentori. Il governo non permetterà che a fronte del prestito di 6,3 miliardi erogato a Fca nel giugno del 2020 da Banca Intesa e garantito all’80% attraverso Sace, nonché dell’utilizzo della cassa integrazione Covid, il gruppo automobilistico possa avere mano libera su eventuali tagli dell’organico.

nessuna empatia tra il governo draghi e i vertici stellantis
Mario Draghi e John Elkann al meeting di Sun Valley, Idaho, il 12 luglio 2019 (Getty Images).

Ora Stellantis deve pensare a una diversa strategia per le fabbriche italiane

«Lo potete fare», avrebbe detto Giorgetti, «se rimborserete il prestito e rinuncerete all’uso della cassa integrazione». Il governo, insomma, non può avallare un’operazione che va a discapito dell’occupazione figurando come garante finanziario ed erogatore di ammortizzatori sociali. Laconicamente, Elkann e Tavares sono ripartiti per Torino rimandando tutto a un nuovo incontro, la cui tempistica non è stata resa nota. Ma non avverrà prima che l’azienda franco-italiana abbia elaborato una diversa strategia che possa essere accettabile materia di discussione con l’esecutivo.

Tag:Potere
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